L’ex cascina della mafia ospita le migranti abusate
Nel 2018 nascerà anche un centro per chi attende di ripartire. Il plauso di Minniti
C’è il ringraziamento in video messaggio di Marco Minniti: «Se l’Italia ha sviluppato in questi anni una politica di accoglienza equilibrata — dice il ministro dell’Interno — l’ha potuto fare grazie alla collaborazione straordinaria di Milano, che ha dato il meglio di sé». C’è il riconoscimento del ruolo della città nella campagna «Ero straniero» per superare la Bossi-Fini: delle oltre 86 mila firme raccolte dall’iniziativa guidata da don Colmegna ed Emma Bonino, 21.500 arrivano dalla sola Milano e provincia. C’è il sindaco Beppe Sala che traccia la rotta, anche al centrosinistra: «Milano dimostra che si può, che ognuno deve fare la propria parte, e andremo avanti. Su temi del genere, a sinistra non ci si può dividere, dobbiamo trovare una visione comune».
Partono gli «Stati generali dell’immigrazione» (da ieri a lunedì), tra le proteste del centrodestra. Un’occasione per ripercorrere quattro anni d’emergenza durante i quali sono stati accolti quasi 130 mila migranti, per fotografare lo stato attuale delle cose (ogni notte sono assistiti 3.626 richiedenti asilo nei centri straordinari, 422 nella rete di seconda accoglienza Sprar, 762 minori non accompagnati, oltre ai 300 accolti dal Terzo settore e agli 850 in strutture per senza dimora) e per illustrare i prossimi passi. A cominciare dal nuovo centro per le donne vittime di abuso durante la migrazione e vittime di tratta e violenza che il 23 novembre aprirà a Casa Chiaravalle, nel più grande bene lombardo confiscato, nell’ambito del festival antimafia. A questo si aggiungerà un centro dedicato ai profughi coinvolti nel programma europeo di «relocation». Il bando per trovare una sede sarà lanciato a inizio 2018. «Pensiamo che Milano — annuncia l’assessore Pierfrancesco Majorino — debba ospitare un centro per chi vuole raggiungere gli altri Paesi europei senza affidarsi a percorsi illegali». Intanto, a dicembre partirà l’iter per raddoppiare i quasi 500 posti Sprar in città, mentre l’amministrazione lavora anche a un «piano strutturato e straordinario per l’insegnamento della lingua italiana», al «rafforzamento» delle esperienze di lavoro-formazione e alla creazione di una rete di mediatori culturali nei quartieri per favorire l’integrazione.
«Vogliamo cocciutamente andare avanti», ripete l’assessore Majorino, che non manca di bacchettare i Comuni non impegnati sull’accoglienza. «Sono ancora troppo pochi, anche nella nostra area metropolitana, quelli che si mettono in gioco». Infine, anticipa che a maggio dell’anno prossimo «ospiteremo un grande meeting per una mobilitazione che rilanci lo spirito del “20 maggio senza muri”».