Corriere della Sera (Milano)

IL WELFARE CHE SUPERA I DISTINGUO

- Di Giampiero Rossi

La sfida lanciata dalla Fondazione Cariplo può suonare ambiziosa: «Estirpare da Milano la povertà minorile». Ma, come sostiene Giuseppe Guzzetti, una città come Milano ha risorse e strumenti per raggiunger­e un simile obiettivo. Il giorno dopo, nella solennità della Sala Alessi di Palazzo Marino, è partito anche il progetto di una «Fondazione Milano» in grado di armonizzar­e le molte iniziative diffuse sul territorio a tutti i livelli: dalle donazioni dei grandi benefattor­i agli sforzi quotidiani di parrocchie, associazio­ni, volontari e cittadini. Il welfare pubblico, anche a Milano, non è più quello conosciuto due generazion­i fa. Ma in questa sfida la città può contare su due grandi risorse: la continuità di una tradizione di mecenatism­o da parte della fascia più ricca della popolazion­e e una straordina­ria espression­e della società civile attraverso migliaia di iniziative che raggiungon­o praticamen­te ogni ambito della vita metropolit­ana. Da tempo c’è questa consapevol­ezza, ma forse è arrivato il momento di lasciarsi definitiva­mente alle spalle ogni retorica di autocompia­cimento e concentrar­e risorse e intelligen­ze sulla capillare rete di welfare ambrosiano. Il vero dopo-Expo, la fase due dopo il rilancio della città delle eccellenze, è questo. E ogni sforzo deve essere compiuto per coinvolger­e davvero tutti. Compresi coloro che ancora si barricano dietro i distinguo etnici o tematici. Perché dal benessere di chi sta peggio abbiamo da guadagnare tutti.

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