Corriere della Sera (Milano)

Sala e Pisapia lanciano Gori alla Regione «Maroni non ha visione, ora nuova rotta»

Lanciata la campagna elettorale del candidato pd. Sala: lo sostengano tutti. Pisapia: ora pancia a terra Stoccata a Maroni: non ha visione, basta slogan di parte sul Pirellone. «Subito il taglio ai costi sanitari»

- Di Maurizio Giannattas­io

Èsalpata ieri dall’auditorium Verdi la nave di Giorgio Gori, nuovo candidato alla guida della Regione Lombardia per il centrosini­stra (senza gli scissionis­ti). Le sue parole: «Bisogna dare una rotta a una regione senza guida e visione».

Basta attese, basta indugi e tatticismi. Salpa la nave di Giorgio Gori, candidato alla presidenza della Regione per il centrosini­stra senza gli scissionis­ti di Mdp, Sinistra italiana e Possibile. Il sindaco di Bergamo sceglie il grande auditorium dell’orchestra Verdi per lanciare la sua corsa. «Andiamo a cominciare». Una scommessa l’ha già vinta: la sala è piena in ogni ordine di posti. A benedire l’investitur­a un inedito tandem, il sindaco Beppe Sala e l’ex primo cittadino, Giuliano Pisapia (che per la prima volta elogia pubblicame­nte il suo successore). Arriva anche Piero Fassino che in mattinata aveva incontrato Pisapia. A lui è destinato l’applauso più lungo e caloroso. Segno della voglia di «unità» che pervade il centrosini­stra. «È una bella coalizione che spero si allarghi ancora» dice Gori dal palco.

«Bisogna dare una rotta a una regione che va ma non ha una guida e manca di una visione» è l’incipit del sindaco di Bergamo che non rinuncia mai al suo understate­ment. Salvo sottolinea­re con forza polemica due punti che ritiene centrali: la laicità delle istituzion­i e la legalità. «Le istituzion­i devono essere laiche, aperte a tutti, non di parte. Vi assicuro che nei prossimi cinque anni non vedrete più le scritte sul Palazzo della Regione e non vedrete più violati nelle strutture della Regione i diritti garantiti dalla Costituzio­ne a tutti i cittadini». «La legalità sarà il nostro faro guida. Non è scontato ripetere una cosa del genere. Sappiamo che in Lombardia la mafia è un cancro e lo diciamo senza paura».

Gori ha parlato per circa un’ora fissando tra le sue priorità l’istruzione, il lavoro, la tutela dell’ambiente, e il cambio

La legalità

Sarà il nostro faro guida Nessuna paura di dire che qui le cosche sono un cancro

Le alleanze

Siamo una bella coalizione che spero possa allargarsi ancora: daremo la rotta

di passo in sanità. «Vedo due campagne: le nostre proposte concrete e fattibili e le promesse roboanti degli altri: vi ricordate il 75% delle tasse promesso da Maroni?». E dà ai suoi sostenitor­i un mandato preciso. «Le balle non si smontano da sole, dobbiamo smontarle noi in maniera cocciuta, anche perché lo sport preferito dei nostri avversari è di dare la colpa agli altri di quello che non è stato fatto». Anche per questo Gori ha chiesto che la trattativa fra Regione e Governo dopo il referendum per l’autonomia per Maroni «non diventi un alibi per tutto quello che non è stato fatto» in questi quattro anni e mezzo di legislatur­a.

Aggiunge: «Manterremo noi le promesse fatte da Maroni». A partire dall’abolizione delle liste d’attesa negli ospedali pubblici : «Si può fare — ha affermato il sindaco dem di Bergamo —. Faremo la battaglia noi per abolizione del super ticket, che è uno strumento iniquo. In più faremo due cose: investirem­o pesantemen­te sulla prevenzion­e, l’unico modo per rendere sostenibil­i sul lungo periodo i costi della sanità, e porteremo le cure dentistich­e, attualment­e pagate privatamen­te dal 90 per cento dei cittadini nel perimetro della sistema sanitario lombardo, almeno per le cure riservate ai ragazzi fino a 18 anni». Grande attenzione nel programma è dedicato al lavoro e alla piena occupazion­e, soprattutt­o femminile. E attacca sul tema dei migranti: «La Regione Lombardia ha dato il peggio di sé, rispetto ad altre Regioni: zero regia, zero aiuti, anzi ostacoli ai sindaci che hanno accolto. Siamo stati lasciati soli ad affrontare questo problema». La sua proposta è di rendere la Regione protagonis­ta del sistema di accoglienz­a dei richiedent­i asilo, ma senza «parcheggia­re per 18 mesi questi ragazzi arrivati dall’Africa», perché se non fanno nulla in attesa dell’esame della loro domanda influiscon­o negativame­nte sulla «percezione che i cittadini hanno dell’immigrazio­ne». Gori immagina l’obbligo di stare «20 ore a scuola e 20 ore al lavoro, a imparare il lavoro degli artigiani » , perché «formazione, lavoro, legalità e integrazio­ne sono un tutt’uno con la sicurezza».

Il viaggio è «cominciato». Sala fa gli auguri:«È il miglior candidato possibile, ora la sinistra ha il dovere morale di far notare quello che sa fare e sta facendo a Milano e in Lombardia». «Sfida difficile ma possibile — conclude Pisapia — ora tutti pancia a terra su tutta la Lombardia».

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L’investitur­a Giuliano Pisapia, 68 anni, e Giorgio Gori, 57
 ??  ?? Prima fila Da sinistra: Giuliano Pisapia, 68 anni, Piero Bassetti, 88, e Giuseppe Sala, 59
Prima fila Da sinistra: Giuliano Pisapia, 68 anni, Piero Bassetti, 88, e Giuseppe Sala, 59
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Sul palco Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, 57 anni

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