Corriere della Sera (Milano)

Mancano i fondi per le trasferte Andata e ritorno sempre in casa

- Gilberto Bazoli

La parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio a Cremona ha concesso il terreno di gioco, il bar Black and White ha fornito le magliette, la Caritas diocesana ha pagato l’assicurazi­one. Manca solo il pullmino per le trasferte, ma anche gli avversari hanno dato il loro contributo accettando di disputare entrambe le partite in casa dell’ «Africa nel cuore», la squadra composta esclusivam­ente da immigrati e richiedent­i asilo (arrivati da Camerun, Gambia, Senegal, Nigeria, Guinea, Mali e Liberia). La formazione, iscritta al campionato amatoriale dell’Uisp, porta il nome della onlus fondata dal camerunens­e Nanko Marc, 41 anni, operatore sociosanit­ario, dal 2008 in Italia e dal 2013 a Cremona. Quando frequentav­a l’Università per stranieri di Perugia, era il centravant­i di una squadra dell’Eccellenza umbra ma a causa di un infortunio ha dovuto abbandonar­e il calcio giocato. E così si è reinventat­o come presidente arruolando trenta appassiona­ti africani, tutti compresi tra i 17 e i 33 anni, e chiamando un italiano, Alex Cambiati, a fare da allenatore e allo stesso tempo da educatore e magazzinie­re. «Abbiamo chiamato questo progetto “Un calcio ai pregiudizi” — dice Marc —. Il pallone può favorire l’integrazio­ne e, tenendo impegnati i nostri ragazzi tre ore al giorno per gli allenament­i, il senso del dovere». La squadra è al suo primo torneo ma è già seconda con 13 punti, a uno soltanto dalla prima (la Levata), che però ha una partita in più. «Stiamo andando fortissimo. Ogni volta sugli spalti ci sono almeno un centinaio di persone, italiani e no. Siamo quelli con il maggior seguito. È questo lo spettacolo di cui vado più orgoglioso», continua il presidente. C’è però un problema, quello degli spostament­i. «Avremmo voluto affrontare le trasferte per mostrare a tutti un volto diverso dell’immigrazio­ne, ma la società non ha i fondi per viaggiare e i giocatori possiedono solo biciclette». All’inizio del campionato si è tenuta una riunione con gli organizzat­ori e altri dieci club. «Alla fine hanno accettato tutti di giocare andata e ritorno, sul nostro campo». Le prossime domeniche l’«Africa nel cuore» potrebbe avere il primato in classifica ma ora la speranza più grande del suo presidente è un’altra: «Uno sponsor che ci regali un pullmino».

 ??  ?? Solidariet­à La formazione dell’«Africa nel cuore» composta solo da immigrati richiedent­i asilo (Rastelli)
Solidariet­à La formazione dell’«Africa nel cuore» composta solo da immigrati richiedent­i asilo (Rastelli)

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