LA RISSA POLITICA SUI VALORI
Se davvero il Comune intende scongiurare che vada in scena ancora una volta la rissa attorno agli Ambrogini una strada ce l’ha: togliere ai partiti il potere di ingerenza nell’assegnazione delle benemerenze civiche. È una riforma impopolare per chi abita la stanza dei bottoni e non intende perdere occasione per servirsene, ma necessaria, visto che i cambiamenti introdotti in questi anni non hanno portato ai risultati sperati (tranne in alcune eccezioni). Si tratta cioè di evitare alla politica la tentazione di usare i riconoscimenti delle virtù civiche per premiare appartenenze, simpatie o per scambiare il diritto di veto con restituzione di favori di modo che chi oggi sostiene il mio candidato possa contare in futuro di avermi al suo fianco. Non sarà facile chiedere un autentico cambio di mentalità. È comprensibile che si costituiscano opposizioni anche trasversali: esplicite, con cui battagliare in campo aperto. Ma v’è da prevedere anche resistenze, altrettanto trasversali, sotterranee, capaci di invischiare un sistema e di trovare agio nelle zone grigie del potere, nelle anticamere e nei retrobottega delle istituzioni. La strada, stretta e impervia, può prevedere un paio di passaggi. Il primo: affidare gli Ambrogini a una Commissione terza, tecnica, la cui imparzialità potrebbe essere garantita da criteri oggettivi, trasparenti, di merito (non deve far paura la parola!) nell’individuazione dei componenti. Il secondo: attribuire al sindaco il potere definitivo di scelta, sulla base anche del parere della Commissione, ma non solo. Ci rappresenta tutti e a tutti rende conto.