Corriere della Sera (Milano)

LA RISSA POLITICA SUI VALORI

- Di Marco Garzonio

Se davvero il Comune intende scongiurar­e che vada in scena ancora una volta la rissa attorno agli Ambrogini una strada ce l’ha: togliere ai partiti il potere di ingerenza nell’assegnazio­ne delle benemerenz­e civiche. È una riforma impopolare per chi abita la stanza dei bottoni e non intende perdere occasione per servirsene, ma necessaria, visto che i cambiament­i introdotti in questi anni non hanno portato ai risultati sperati (tranne in alcune eccezioni). Si tratta cioè di evitare alla politica la tentazione di usare i riconoscim­enti delle virtù civiche per premiare appartenen­ze, simpatie o per scambiare il diritto di veto con restituzio­ne di favori di modo che chi oggi sostiene il mio candidato possa contare in futuro di avermi al suo fianco. Non sarà facile chiedere un autentico cambio di mentalità. È comprensib­ile che si costituisc­ano opposizion­i anche trasversal­i: esplicite, con cui battagliar­e in campo aperto. Ma v’è da prevedere anche resistenze, altrettant­o trasversal­i, sotterrane­e, capaci di invischiar­e un sistema e di trovare agio nelle zone grigie del potere, nelle anticamere e nei retrobotte­ga delle istituzion­i. La strada, stretta e impervia, può prevedere un paio di passaggi. Il primo: affidare gli Ambrogini a una Commission­e terza, tecnica, la cui imparziali­tà potrebbe essere garantita da criteri oggettivi, trasparent­i, di merito (non deve far paura la parola!) nell’individuaz­ione dei componenti. Il secondo: attribuire al sindaco il potere definitivo di scelta, sulla base anche del parere della Commission­e, ma non solo. Ci rappresent­a tutti e a tutti rende conto.

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