I muscoli di Barto per Gershwin
Tutte americane sono le tinte del concerto che la stagione sinfonica del Teatro alla Scala propone da oggi (ore 20, repliche il 22 e il 23, € 6,50-85, tel. 02.72.00.37.44). In locandina campeggiano la sinfonia «Dal nuovo mondo» scritta dal boemo Dvorák mentre si trovava a New York e il Concerto in Fa di Gershwin; due pagine che vennero tenute a battesimo nella stessa sala, la Carnegie Hall della Grande Mela. Sul podio il pubblico scaligero ritrova un direttore ormai di casa, Christoph Eschenbach, già varie volte applaudito nella stagione della Filarmonica e poi anche nell’opera di Britten «The Turn of the Screw». La curiosità sarà questa volta soprattutto rivolta al solista in Gershwin, Tzimon Barto. Nato 54 anni fa in Florida, autore di novelle e poesie, filosofo e poliglotta (parla correntemente sette lingue), ha fatto parlare di sé soprattutto per la sua passione per il culturismo. Di contro ai cliché del musicisti classici Barto sfoggia bicipiti scolpiti e pettorali turgidi; per questo, soprattutto qualche anno fa, portava sul palco magliette piratesche o con i versi di Byron, sostenendo di sentirsi più a suo agio nel muovere le sue enormi masse muscolari. Comunque la tecnica e la sensibilità sono da pianista vero: Karajan lo invitò al Festival di Salisburgo, ha inciso dischi per le major e proprio con Eschenbach ha stretto un sodalizio intenso e apprezzatissimo.