Rifiuti, i roghi non si fermano
In poche ore incendi a Gambolò e Parona. Si allunga l’elenco dei fuochi. L’Arpa: nessun pericolo per l’aria
Ieri in poche ore due incendi in Lomellina. Alle 7 l’esplosione alla Salpo di Gambolò, azienda che ricicla l’alluminio. Attorno alle 9, fiamme all’inceneritore della Lomellina Energia di Parona.
Un lampo nel buio e un boato improvviso mentre sta per iniziare un nuovo giorno. «Mi è tremato il portone d’ingresso», «A me i vetri, che è successo?», «Anche a Vigevano l’abbiamo sentito!». Molti i commenti di questo tenore attorno alle 7 di ieri mattina, pochi minuti dopo l’esplosione alla Salpo di Gambolò, azienda che ricicla l’alluminio.
Arrivati sul posto, medici e pompieri constatano che nessuno si è fatto male e che le fiamme si sono spente da sole nella deflagrazione. Con sospiro di sollievo dei residenti in zona, sempre sul chi vive dopo il grande rogo di neanche due mesi fa al deposito di rifiuti Eredi Berté, a due passi da qui. La ditta ricicla confezioni tipo tetrapack, ma qualcosa è andato storto e l’alluminio stoccato in un silos, altamente esplosivo, è saltato per aria, squarciando il tetto del capannone.
Dopo le consuete operazioni di messa in sicurezza, attorno alle 9 i vigili del fuoco stanno rientrando in caserma. Ma non c’è neanche il tempo di rientrare nelle rispettive caserme che dalla sala operativa di Pavia arriva un’altra chiamata d’emergenza. «Presto, al termovalorizzatore di Parona!». Le due ditte distano in linea d’aria un paio di chilometri. Dai tetti dell’inceneritore della Lomellina Energia sale una colonna di fumo denso e scuro. In via Cascina Scocchellina arrivano a sirene spiegate i tre equipaggi intervenuti a Gambolò. Più altri due: cinque squadre con autobotti, autoscale e tutto il necessario per fronteggiare il peggio. E ancora l’automedica del 118, in via precauzionale. Dopo il pauroso incendio alla raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi di un anno fa, quello alla ditta di smaltimento rifiuti speciali Aboneco di Parona a maggio e il disastroso rogo di Mortara di settembre (più una serie di altri minori), non si può sapere cosa stia accadendo e soprattutto cosa stia bruciando esattamente in questo fazzoletto di terra a sud di Milano, dove insieme a quello del riso fiorisce
I precedenti Nel giro di un anno sono cinque gli episodi che coinvolgono riciclerie del territorio
il business dell’immondizia. In tutto i pompieri inviati a Parona sono una ventina ma, per fortuna, anche in questo caso, appare chiaro che la situazione non è particolarmente grave. Ad andare in fiamme dopo essersi surriscaldato è un nastro della linea 2 che trasporta i rifiuti e li fa cadere in un forno per la distruzione.
Per la centrale di Pavia l’incendio è spento e l’emergenza finisce attorno alle 11, ma per il termovalorizzatore i disagi sono continuati per tutto il giorno. Moltissimi mezzi della nettezza urbana sono rimasti bloccati per ore in attesa di scaricare i rifiuti raccolti. Secondo Arpa non ci sono state ricadute sensibili per l’inquinamento dell’aria.