Il parco Trotter rinasce con una scuola da 5 mila mq
Quasi ultimato il restauro delle sette storiche palazzine Gli spazi destinati alla scuola e a un hub con verde e servizi
Rinasce l’ex convitto del Trotter. Nel cantiere gli operai lavorano alle finiture. Sarà consegnato al Comune all’inizio del 2018. Una scommessa quasi vinta secondo l’assessore ai Lavori Pubblici, Gabriele Rabaiotti. L’edificio storico — fu costruito nel 1906 per ospitare le scuderie, quando al Parco Trotter s’inaugurò la prima pista per le corse dei cavalli su progetto dell’architetto Folli — è stato abbandonato per trentacinque anni, diventando una calamita per disperati, drogati, senzatetto. Un’isola di emarginazione in un quartiere non facile, quello di via Padova. E da qui oggi si riparte.
Le sette palazzine, che negli anni Venti quando il Trotto si trasferì a San Siro furono donate al Comune e riorganizzate per ospitare «i bambini gracili e con precarie condizioni familiari», sono state oggetto di un importante lavoro di restauro. Nel 1986, infatti, furono vincolate dal ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Così il polmone verde tra via Padova e viale Monza, che si apre alle spalle, 126 mila metri quadrati interamente recintati, al cui interno si trovano gli edifici delle scuole. Metà degli spazi — cinquemila metri quadrati — saranno destinati ad ospitare la scuola media, negli spazi riqualificati ci saranno cioè 375 ragazzi. L’altra metà avrà un uso sociale, diventerà un hub, luogo di servizi che abbia capacità attrattiva per l’intera città ma al tempo stesso sia in grado di rispondere «alle istanze di un quartiere molto particolare per la forte presenza multiculturale — precisa Rabaiotti — che è sia una opportunità sia un problema». L’ex convitto deve diventare «una risorsa per il domani». A breve sarà pubblicato il bando per l’assegnazione.
L’opera ha assorbito 12 milioni di euro: 8 milioni sono stati finanziati dalla Fondazione Cariplo, 900 mila euro dalla Regione e il resto dal Comune, che nel 2013 ha inserito il progetto nel piano delle opere pubbliche. A rendere più complesso il restauro sono state le prescrizioni della Sovrintendenza che però ha permesso la demolizione del muro di recinzione che s’affaccia sulla via Mosso e che consentirà di includere il piccolo giardino, oggi mal frequentato, facendone un tutt’uno con il parco Trotter.
C’è un ottavo padiglione, che sembra un bunker in cemento armato: è la vecchia sede della centrale termica che manterrà questa funzione ma nella cui pancia è stato ricavato uno spazio destinato ad ospitare una avveniristica sala di registrazione. Il futuro entra al Trotter. E non a caso, perché questo per un secolo è stato una fucina di innovazioni: le aule che vi trovarono sede formarono a suo tempo la scuola all’aperto più grande d’Europa, nota come «La città del sole», dove i bambini avevano anche la fattoria e l’orto.
Oggi i sette padiglioni dell’ex convitto sono collegati tra loro ma ogni blocco ha un sistema di riscaldamento autonomo. Ci sono ascensori per raggiungere il primo piano, bagni per i disabili ed il solo edificio scolastico in linea con le ultimissime norme antisismiche.Al primo progetto di recupero, fatto dal Politecnico, è seguito quello realizzato interamente dagli uffici dei Lavori Pubblici. Quando il cantiere ha aperto i battenti, nel 2014, gli edifici erano così ammalorati da essere quasi prossimi al crollo.
La sede L’ex convitto del 1906 è stato abbandonato per 35 anni. Intervento da 12 milioni di euro