Al Museo della Scienza le mini cantine trovano una vetrina
Degustazioni, racconti d’impresa e artigianato a Vi.Vite. In fiera sessanta coop che producono vini
Il mercato I soci in Italia sono 140 mila, le imprese 498. Rappresentano il 50% della produzione doc
Chiacchiere e brindisi, per bersi via l’immagine un po’ ingessata di chi si riempie la bocca parlando di vino.
Vi.Vite non è una fiera come ce ne sono altre. È più una festa in cui sessanta delle 498 cantine cooperative italiane si mettono in vetrina con un bicchiere in mano. Alla prima edizione (si chiude stasera, al Museo della Scienza e della Tecnologia) partecipano i ragazzi che hanno trovato un modo per dare sapore a una giornata uggiosa, così come gli anziani che giungono qui per ascoltare storie di avventure imprenditoriali vincenti. Comunque un pubblico di consumatori, appassionati e curiosi, ma non di addetti ai lavori.
Le cantine cooperative rappresentano oltre il 50 per cento della produzione doc italiana per 4,3 miliardi di fatturato. La formula è quella storicamente universale dell’unione fa la forza. «Sei piccolo nelle cose dove è bello essere piccoli, ma più strutturato e professionale per resistere agli scossoni di un mercato in continua evoluzione. Con un livello di enologi, agronomi e professionisti molto più alto» spiega Federico Gordini, 36 anni, mente e braccio organizzativo del weekend. Dietro alle cantine cooperative c’è un universo di 140 mila soci. Quelli che portano le loro uve. Li unisce lo spirito di avventura condivisa: «Oggi la redditività conta quanto la qualità» spiega Marco Stenico della cooperativa pavese Terre d’Oltrepò. «Il mondo delle birre artigianali è riuscito in modo più diretto a crearsi un’immagine fresca. Un evento così a Milano può aiutarci a cambiare il modo di comunicare le nostre bottiglie», aggiunge Emiliano Bernardi che qui ha portato i vini marchigiani della Colonnara.
Mattoni a vista e ritratti degli ospiti, che vogliono farsi immortalare, appesi alle pareti per completare una scenografia in continua trasformazione nel salone delle Cavallerizze del Museo della Scienza e della tecnologia. Un grande schermo avvolge l’ingresso con un video che racconta cosa significhi andare a vivere in campagna. «La gente potrà riscoprire la grande storia del vino italiano attraverso ritratti e racconti, intrisi di audacia, dei nostri soci produttori» spiega Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative agroalimentari. Numeri alla mano sono proprio le cantine cooperative che trainano le esportazioni, con oltre un terzo del vitivinicolo. «L’80 per cento dei 13 milioni di bottiglie che produciamo noi lo vendiamo tra Inghilterra, Germania e ora anche Cina» spiega Laura Bonfrate della cantina pugliese Due Palme. Nel cuore di Vi.Vite anche un palco per musica, cabaret (in collaborazione con Zelig) e un mercato dedicato a chi usa il vino in un modo alternativo. Sui banchetti ci sono le lampade fatte con le bottiglie, sottobicchieri con i tappi di sughero, flipper costruiti con i cavatappi e le magliette stampate con inchiostro di vino, utilizzando gli scarti di lavorazione: la più bella recita «Des Passito». Pure lo spazio work-shop tiene alto lo spirito d’antan di tutto l’evento. La zona è stata ribattezzata «pane e salame». Si discute intorno a un tavolo, come fosse un dopo cena a casa di amici.