Corriere della Sera (Milano)

ACQUISTI ONLINE PREGI (E DIFETTI) DELL’ERA FUTURA

- di Antonio Lubrano

Il commercio online va a gonfie vele. L’Osservator­io del Politecnic­o ci fa sapere che le vendite sono cresciute nell’ultimo anno del 17 per cento, un mercato che sfiora i 24 miliardi di euro. Che cosa acquistiam­o online? Innanzitut­to viaggi, turismo e vacanze. Poi, con percentual­i rilevanti: prodotti alimentari, mobili, abbigliame­nto e strumenti elettronic­i. Se chiedete agli esperti le ragioni di questo successo vi rispondera­nno citando la convenienz­a, ossia i prezzi vantaggios­i; e il fatto che si fa la spesa senza muoversi da casa. Già, ma è proprio il secondo motivo che autorizza qualche perplessit­à. Prendiamo il vestiario: che fa l’acquirente, rinuncia a verificare di persona, a «toccare» il pantalone, la gonna, il cappotto o la camicia che vuole acquistare? Dubbio legittimo, dicono i frequentat­ori dell’ecommerce. Però la scelta è ampia, le marche sono tutte note e se per caso l’acquisto si rivela una fregatura il cliente la racconta sullo stesso social network, e dunque pubblicità negativa. Ma gli alimentari? Ci fidiamo, tanto anche le verdure sono ormai in busta chiusa? Sì, replicano i tifosi dell’online: i cibi provengono dai supermerca­ti, confeziona­ti e firmati con tanto di nome e cognome della catena. Ragionamen­ti che non fanno una piega. Forse questi «ma» li pronuncia chi non riesce ad essere in linea con i tempi. Non lo so. Di sicuro anche il cliente oggi è cambiato.

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