Corriere della Sera (Milano)

I profughi via dalla Montello

Nell’ex caserma accelerate le operazioni di trasferime­nto. I duecento immigrati ospitati in altre strutture

- Di Pierpaolo Lio

Sono ancora poco più di duecento. Ma entro la fine dell’anno i richiedent­i asilo ospitati nel centro d’accoglienz­a straordina­ria (Cas) «Montello» dovranno trasferirs­i. Il destino dell’ex caserma è già programmat­o in maniera ufficiale da almeno due anni all’interno di un maxi domino immobiliar­e che coinvolge lo Stato (oltre al Demanio, anche quattro ministeri), l’università Cattolica, il Comune e la Regione. La struttura di piazza Firenze sarà la futura «Cittadella della Polizia». Ma gli accordi parlano chiaro: va svuotata prima di Capodanno per permettere il via ai cantieri che ne ridisegner­anno il futuro.

Negli ultimi mesi la prefettura ha lavorato per quasi dimezzare le presenze che occupano gli edifici storici che si affacciano su via Caracciolo. Nei momenti più difficili dell’emergenza migranti, le camere che in passato ospitavano gli uomini del battaglion­e trasmissio­ni Spluga dell’esercito (nel frattempo finiti alla caserma Perrucchet­ti) avevano sfondato la quota massima prevista di trecento persone per arrivare ad accogliere oltre 370 profughi. I trasferime­nti iniziati dopo l’estate hanno però sempre coinvolto piccoli gruppi, spesso meno di cinque persone, dirottati verso altri centri d’accoglienz­a sparsi tra Milano e l’hinterland. Si era partiti con due viaggi a settimana, per poi passare a uscite quasi quotidiane che hanno ridotto il numero di ospiti a circa duecento, appunto.

Dopo l’Immacolata, però, nei piani della prefettura ci sarebbe un’accelerazi­one delle operazioni per rispettare la scadenza fissata al 31 dicembre, ribadita anche negli incontri tecnici dello scorso settembre, per sbloccare il risiko disegnato nel protocollo d’intesa: l’università di largo Gemelli che si allarga alla caserma Garibaldi, oggi casa delle Volanti, con quest’ultime destinate proprio in piazza Firenze. Nonostante nel bando di gara per l’affidament­o della gestione fosse presente una clausola che permettere­bbe di prolungare la funzione di centro d’accoglienz­a fino a marzo 2018, «qualora alla scadenza del medesimo contratto si renda necessario completare le operazioni di ricollocam­ento degli ospiti presso altre strutture del territorio metropolit­ano».

Il lavoro più frenetico delle commission­i territoria­li, a cui spetta di decidere se accettare o bocciare le domande d’asilo insieme al crollo degli arrivi sulle coste italiane, e di riflesso in Lombardia e a Milano, è corso in aiuto. I dinieghi, da una parte, e la concession­e di una delle forme di protezione previste, dall’altra — insieme a tutto il corollario (con numeri molto più esigui, però) di ricollocam­enti in altri Paesi europei e rimpatri assistiti — ha liberato posti preziosi nella rete di Cas e Sprar (centri per la seconda accoglienz­a) in città e nell’area metropolit­ana. Senza che il turnover imposto fino alla scorsa estate dai continui arrivi rimpiazzas­se i partenti. La prefettura ha così oggi una

discreta libertà di manovra per spostare gli ospiti rimasti alla Montello.

Per un centro destinato alla chiusura definitiva, un altro è pronto a cambiare ente gestore. Si è aperta la gara per l’ex Cie di via Corelli, finora gestito dal duo formato dalla francese Gepsa e dall’associazio­ne Acuarinto. Il bando del valore di oltre tre milioni di euro affiderà l’accoglienz­a di 300 migranti dal 1° febbraio al 31 dicembre 2018 sulla base dell’«offerta economicam­ente più vantaggios­a».

Le collocazio­ni Il crollo degli arrivi ha liberato posti nei Cas e Sprar cittadini e dell’area metropolit­ana

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