Chat e uscite di gruppo per vincere la paura
Affori, i timori di chi frequenta il parco. Oggi i funerali, don Edy: non strumentalizzare
Oggi verranno celebrati i funerali di Marilena Negri, la donna uccisa giovedì nel parco di Villa Litta con una coltellata alla gola. La comunità di Affori l’ha ricordata ieri nelle cerimonie religiose. Intanto nel quartiere, precipitato all’improvviso nella paura, c’è un clima di forte disorientamento. Gli abitanti, e soprattutto i proprietari di cani che frequentano Villa Litta, hanno lanciato gruppi su WhatsApp e si organizzano per evitare di trovarsi da soli nel parco in ore serali e mattutine. Le indagini della squadra mobile puntano sempre sui rifugi dei disperati, dove l’assassino — che probabilmente non voleva uccidere — potrebbe aver cercato riparo o aiuto.
Don Edy Cremonesi, parroco di Santa Giustina, rompe il silenzio alla messa di domenica mattina. E dall’altare spiega che da venerdì — quando è stato trovato il corpo di Marilena Negri, 67 anni — quelle sono le sue prime parole pubbliche. E che il silenzio in questi casi è necessario, salvifico. Anche per ritrovarsi come comunità.
Perché Affori resta un paese nella città, e qui ogni sofferenza — come quella di Valentina, Andrea e Luca, i figli di Marilena — è necessariamente condivisa da tutti. Oggi, alle 14.45, sarà il giorno dei funerali. Ma, come spiega più volte don Edy, ci vorrà del tempo per far rimarginare questa ferita. Il sacerdote racconta di essersi confidato in queste ore anche con l’arcivescovo Mario Delpini: «In certi momenti ci sono due cose da fare: restare in silenzio e affidarsi a Dio». Nella sua omelia ha criticato anche chi su questa tragedia («Eravamo tutti molto legati a Marilena, veniva a messa ogni mattina alle 8.30») ha cercato di speculare: «Io per non parlare con i giornalisti mi sono chiuso in casa, ho spento il cellulare. Ma non c’è solo lo sciacallaggio dei media, in questo momento bisogna avere rispetto del dolore». Sempre ieri alle 17 la comunità di Affori s’è di nuovo ritrovata per il Rosario dedicato a Marilena.
Una comunità ancora molto scossa. Frastornata. Che si è scoperta improvvisamente fragile e insicura. Basti pensare che il parco di Villa Litta fino a venerdì era considerato uno dei luoghi più sicuri del quartiere. Adesso gli abitanti, e soprattutto i proprietari di cani che frequentano Villa Litta, hanno lanciato gruppi su WhatsApp per evitare di trovarsi da soli — al mattino e al tardo pomeriggio/sera — nel parco: «Soprattutto per le donne sole frequentare l’area verde con il buio è diventato un problema. Così cerchiamo di organizzare piccoli gruppi. Il parco non è diventato improvvisamente l’inferno. Ma la paura c’è e soprattutto c’è un assassino ancora libero».
Il fatto che il killer di Marilena Negri sia ancora in libertà a cinque giorni dal delitto continua a preoccupare gli abitanti di Affori. La paura è un sentimento con il quale inevitabilmente si deve convivere. Ma le presenze nel parco di Villa Litta si sono più che dimezzate.
Le reazioni Sono più che dimezzati i frequentatori di Villa Litta. Il precedente della donna rapinata
Non è psicosi. Ma poco ci manca, insomma. Sui gruppi social, dove gli abitanti stanno organizzando una sorta di fiaccolata-preghiera nel parco per i prossimi giorni, si attendono i primi risultati delle indagini. C’è la fotografia del presunto killer e c’è un identikit del suo profilo: uno sbandato, senza casa, che probabilmente non aveva intenzione di uccidere Marilena, ma lo ha fatto, e soltanto per rubarle la catenina d’oro.
Difficile che dopo il delitto sia rimasto in zona, anche se il sospetto è che sia lo stesso malvivente che nei giorni scorsi ha rapinato — sempre con un coltello alla gola — una 33enne in viale Fermi. Le indagini della Mobile puntano ai rifugi dei disperati, dove l’assassino potrebbe aver cercato riparo o aiuto.