Prof fantasma, Fedeli attacca «Basta con i furbetti in aula»
Linea dura La ministra: sanzioni anche ai medici compiacenti
«Basta abusi, serve responsabilità: ho attivato con Inps e ministero della Salute un Osservatorio, bisogna rafforzare i controlli. Ci sono medici che a volte certificano il falso legittimando comportamenti scorretti nei confronti dei bambini, e il danno è anche per gli insegnanti corretti. Bisogna sanzionare quei comportamenti». Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli interviene con durezza sul tema dei docenti «fantasma» che, residenti in regioni lontane, tengono in scacco le scuole con certificati medici a ripetizione.
Mano ferma contro i «furbetti» della scuola. Maestre «fantasma» o medici accomodanti che siano. «Basta abusi, chiedo una riflessione di responsabilità: ho attivato con Inps e Ministero della salute un Osservatorio, bisogna rafforzare i controlli. Ci sono medici che a volte certificano il falso legittimando comportamenti scorretti nei confronti dei bambini, e il danno è anche per gli insegnanti che invece si comportano bene. Bisogna sanzionare quei comportamenti. Le difficoltà, nel conciliare lavoro e vita personale, vanno affrontate non sottraendosi alle proprie responsabilità». Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli interviene con durezza sul tema delle maestre «fantasma» sollevato ieri dal Corriere: sono nominate di ruolo, ma a scuola non si vedono mai. Spesso risiedono in regioni lontane, giustificano l’assenza con motivi di famiglia o certificati medici brevi rinnovati di settimana in settimana. Certo i certificati, fino a prova contraria, sono veritieri. Ma se ripetuti decine di volte, inducono qualche domanda o sospetto. E soprattutto, producono disagi agli alunni perché i dirigenti non possono trovare una supplente di lungo periodo che garantisca la continuità didattica. I buchi da coprire sono troppo brevi, e i precari cui viene offerto il posto non accettano o scappano appena si presenta una occasione migliore. Delia Campanelli, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, sottolinea le difficoltà dei docenti nell’affrontare il trasferimento quando la nomina di ruolo è molto lontana da casa, ma si professa anche ottimista: «Con il nuovo concorso a cattedra che verrà lanciato nel 2018, i docenti potranno scegliere in quale regione candidarsi (e quindi a quale regione essere destinati). La situazione migliorerà». Dal canto suo Caterina Spina della Cgil rimarca il disagio dei supplenti saltuari sui brevi incarichi, chiamati all’ultimo minuto a colmare i buchi dei colleghi di ruolo assenti a singhiozzo. «Accettano un incarico di pochi giorni, si assumono il rischio di non essere confermati, ma i loro sforzi non vengono ripagati giustamente — dice Spina —. Non è banale vivere a Milano con uno stipendio da precario, peraltro con tempi incerti di pagamento. Ci sono persone che lavorano dall’inizio anno e non hanno ancora visto un euro».