Gelmini: «Con Maroni ora tratteremo su tutto»
Gelmini: c’è sintonia, ma niente è automatico
«Credo che Forza Italia abbia dimostrato la sua centralità. Adesso ci aspettiamo di essere invitati dal governatore Maroni per condividere il programma dei prossimi anni». Mariastella Gelmini è soddisfatta. La tre giorni di Forza Italia organizzata da lei e Paolo Romani nell’ultimo weekend, «Idea Italia», è stata un successo. Contendendo la scena alla Leopolda di Matteo Renzi e suonando la carica al partito.
Il presidente Maroni non vi ha ancora invitato?
«È chiaro che con gli alleati esista un idem sentire consolidato e chiaro che la nostra proposta sarà nel senso di una continuità virtuosa. Però, certo non si deve pensare ad automatismi. Non è che si arriverà alle elezioni senza una precisa indicazione degli obiettivi: noi vogliamo discutere di tutto. Ma sono certa che Maroni accoglierà la nostra richiesta».
Lo dice perché oggi discutete poco?
«Lo dico perché le riforme della Regione, dopo essere state approvate, devono essere attuate. Sanità e territorio sono temi centrali per i nostri mondi di riferimento, e mi sembra giusto che la loro applicazione ne tenga conto».
In alcuni collegi il candidato sarà un azzurro, in altri un leghista o l’esponente di altri partiti. La suddivisione non susciterà liti?
«Oggi nemmeno abbiamo cominciato a parlarne. Io però sono convinta che trovare una sintesi sarà agevole. E sono certa che nessuno, né noi né gli alleati, ha la minima intenzione di fare guerre per le poltrone. Ci sarà un’equa distribuzione dei collegi, con il criterio della competenza e della rappresentatività territoriale. Fermo restando che la Lega comunque ha già riottenuto la presidenza della Regione. E questo è certamente , un fatto molto rilevante».
Matteo Salvini ha ripetuto che nell’alleanza non ci potranno essere candidati che hanno sostenuto i governi Renzi o Gentiloni. In Lombardia sarà un problema?
«Il presidente Berlusconi è stato ancora più chiaro, è stato il primo a chiedere il vincolo
di mandato. È una battaglia culturale e politica, anche perché il vedere che un parlamentare eletto con il centrodestra poi si sposta altrove è motivo grave di disaffezione: gli elettori sentono che il loro voto non conta nulla».
Va bene, ma con i centristi che hanno sostenuto i governi di sinistra non ci sono problemi?
«Il tema qui non si pone, non mi pare che Alfano abbia fatto grandi proseliti in Lombardia: la grande maggioranza di Alleanza popolare da noi ha scelto il centrodestra».
Ritiene insidioso lo sfidante di Maroni, Giorgio Gori? Ha un profilo che potrebbe non dispiacere agli elettori moderati...
«Visti i compagni di viaggio, a Gori faccio i miei auguri: con tutto il caos che c’è a sinistra, credo ne avrà bisogno».
La squadra
Non ci saranno guerre di poltrone, ma il Carroccio ha già avuto il candidato governatore