Corriere della Sera (Milano)

Il romanticis­mo di Leif Andsnes

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Chi nasce su un’isola a 100 chilometri da Bergen, tra mare e campagna, sa che cosa siano il silenzio e la solitudine. Leif Ove Andsnes l’ha vissuta anche a livello musicale: «I miei genitori suonavano il pianoforte e me lo hanno insegnato da piccolo. Per anni non ho avuto attorno a me amici appassiona­ti di musica, nessun coetaneo che suonasse il piano o qualche altro strumento». Nonostante ciò oggi il 47enne norvegese è uno dei pianisti più richiesti e apprezzati in tutto il mondo. Questa sera è atteso in Conservato­rio dal pubblico del Quartetto (via Conservato­rio 12, ore 20.30, € 5-35, tel. 02.76.00.55.00). L’occasione di cambiare il suo status di talento inespresso fu «quando andai al conservato­rio di Bergen in cui finalmente mi trovai immerso tra i musicisti. Nacque lì la mia grande passione per la musica da camera. Infatti lo scorso anno ho istituito un festival estivo nel pittoresco villaggio norvegese di Rosendal». Nel resto dell’anno gira il mondo affrontand­o soprattutt­o Beethoven e il repertorio romantico, come conferma il programma che impagina oggi: la sonata «Tempesta» del genio tedesco si incastona tra un Notturno e la quarta Ballata di Chopin, gli schubertia­ni Drei Klavierstü­cke D 946 e alcune rare e deliziose pagine di Sibelius, tra cui «Björken», «Der Hirt» e la Romanza op. 24 n. 9.

(e . pa.)

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Leif Ove Andsnes

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