Corriere della Sera (Milano)

Due gambizzati nella faida di Bisceglie

I feriti abitano nello stesso palazzo

- Cesare Giuzzi

Due agguati in cinque giorni. Due uomini, vicini di casa, gambizzati in strada da una mano sconosciut­a. Due feri- menti che probabilme­nte hanno un unico collegamen­to: la cocaina. Anche se le indagini sono solo all’inizio, anche se gli investigat­ori della polizia evitano di parlare di una «faida». Ma chi ha sparato ha spezzato la «pace» tra le famiglie. Sabato un 41enne è stato colpito da uno sconosciut­o sotto casa in via Creta (vicino a via delle Forze Armate), ieri il vicino di casa di 29 anni è stato ferito in via Lucca, sotto l’androne di un palazzo. Quattro pallottole sparate verso le gambe, due a segno. Non è grave. Ma l’avvertimen­to è arrivato.

L’unico indizio sono i quattro bossoli rimasti sulle mattonelle marroni e circondati dal cerchio di gesso tracciato dagli agenti della scientific­a. Quattro proiettili sparati con una pistola semiautoma­tica, due hanno ferito Mattia Bertelli, 29 anni, alla gamba destra. Appena sopra al ginocchio. E sempre quattro erano le pallottole sparate sabato pomeriggio contro le gambe di Roberto Strangi, 41 anni.

Due agguati, due gambizzati, negli ultimi cinque giorni. E gli «obiettivi» hanno un importante punto in comune: sono vicini di casa. Abitano nello stesso palazzo popolare di via Creta, vicino a via delle Forze Armate. Per questo i due ferimenti ora portano a una sola pista. Quella di una faida interna a giri di droga. Giri pesanti. Tanto da spingere i nemici ad usare le pistole. Di giorno e in mezzo alla gente. Cosa che, nella città dove la criminalit­à ha ridotto al minimo regolament­i di conti e sparatorie per non attirare l’attenzione dei media e delle forze dell’ordine, significa una cosa sola: chi ha sparato ha accettato il rischio di scatenare una piccola guerra. Come accaduto nel 2014 quando a Baggio scoppiò la faida tra i Magrini di Vito «il caballero» e i Panaiia di via Fleming. Quattro feriti in due settimane.

Mattia Bertelli è stato colpito ieri alle 14.28, sotto l’androne del palazzo di via Lucca, davanti al parcheggio di Bisceglie della linea Rossa. Camminava solo, s’era appena lasciato alle spalle il bar tabacchi, e stava passando sotto al porticato al civico 20. Da lì, attraversa­ndo i giardini e via Viterbo sarebbe arrivato a casa, in via Creta 19. Un complesso popolare enorme e problemati­co. Una strada a fondo chiuso che si trasforma in un parcheggio senza uscita proprio sotto alle finestre delle case popolari tra rifiuti, carcasse di motorini, mobili e sporcizia. Chi arriva fino qui, o ci vive, o non lo fa per caso.

Mattia Bertelli abita al civico 19. Ha una compagna e una figlia. Non ha precedenti importanti. Niente che lo ricolleghi a traffici di droga. Di sera lavora nei pub. È ricoverato al San Carlo. I medici gli hanno estratto le due pallottole che lo hanno ferito alla gamba. Non è in pericolo. La dinamica è quella di un agguato. Chi ha sparato lo ha atteso in un luogo «riparato», sapeva che ogni giorno il 31enne attraversa­va i palazzi di via Lucca per ritornare a casa. Quando lo ha visto da solo, da tre o quattro metri di distanza, ha sparato. Non per uccidere, ma mirando solo verso le gambe. «Eravamo dietro l’angolo, stavamo fumando fuori dal bar — raccontano due testimoni —. Abbiamo sentito almeno tre colpi. Sembravano petardi, poi abbiamo visto il ragazzo tenersi la gamba. C’erano due fori sui pantaloni. Abbiamo preso una sedia nel bar e chiamato i soccorsi. Non urlava e non si lamentava. Poi è arrivata l’ambulanza».

Anche la dinamica dell’agguato a Strangi — padre di due figli, precedenti per armi, reati contro il patrimonio e droga — è quella di un’azione mirata, precisa. Il 41enne è stato ferito sabato alle 18.30 sotto casa, al civico 17 di via Creta, proprio sul marciapied­i davanti al portone dello stabile. «C’era moltissimo sangue — raccontano i vicini —. Anche nell’ascensore». Probabilme­nte Strangi ha cercato di rifugiarsi nel palazzo, appena ha sentito i colpi. Agli agenti che lo hanno interrogat­o ha detto poco o nulla. «Non ha avuto un atteggiame­nto collaborat­ivo», raccontano gli inquirenti.

In via Creta di questa storia si parla pochissimo. A mezza voce si dice che Strangi è uno che «creava problemi», che faceva «dentro e fuori» dal carcere. «Dimmi solo se Mattia sta bene? Sapete dove lo hanno portato?», chiedono gli amici del 29enne riuniti sotto ai portici di via Creta. «Mattia è uno regolare, un pezzo di pane. Lui con certi casini non c’entra niente».

Quali siano questi «casini» non è difficile intuirlo. Delle indagini si occupano gli agenti del commissari­ato Lorenteggi­o, ma — da ieri — anche i colleghi della Mobile. Si parla di droga e di uno scontro tra spacciator­i. Una «faida», con gente che gira armata e spara. In pieno giorno. E che adesso fa paura.

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(LaPresse) Indagini I rilievi della polizia scientific­a in via Lucca dove, in pieno pomeriggio, è stato colpito alle gambe Mattia Bertelli, ora ricoverato al San Carlo dopo l’estrazione di due proiettili. Per l’agguato sono stati sparati quattro colpi con una...
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Rilievi Uno dei bossoli rimasti a terra

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