LO SMOG NON PUÒ SPARIRE MA RIDURLO È UN DOVERE
Caro Schiavi, una domanda lapidaria: la gente è ancora interessata ai veleni nell’aria? Ricordo che in passato si lanciavano allarmi rossi specificando che era per la nostra salute. Anche lei ha dimenticato i fatidici blocchi del traffico a Milano?
Caro Pisoni, ho fatto un test sulla percezione dei pericoli legati all’inquinamento con uno studente universitario, un impiegato di banca e un pensionato. Lo studente ha risposto che lo preoccupano di più il futuro e la precarietà; l’impiegato ha detto che non vede differenze tra ieri e oggi; il pensionato ha ammesso che ci sono giorni in cui l’aria di Milano è irrespirabile e vorrebbe vedere andare tutti a piedi. La sintesi è che ognuno va per la sua strada, un po’ come le politiche antismog, che non sono riuscite ad intaccare i veleni che finiscono nei nostri polmoni, al contrario di altre città e paesi europei dove hanno ridotto le emissioni entro i limiti dell’accettabilità. Ad ogni autunno, quando Milano e la Pianura Padana inalano quantitativi tossici di polveri, particolati, benzene e biossidi d’azoto, si ripete a macchinetta il rituale dei divieti, blocco di euro uno, due, tre, poi qualche assessore tira fuori la formula magica delle «misure strutturali», qualcun altro parla di «disagio inutile», altri ancora ipotizzano «un danno all’immagine della città» (la sindaca Appendino, giustamente preoccupata per la salute di bambini e anziani, è stata accusata di questo a Torino). Se il fronte diviso della gente è comprensibile (ormai si mette in discussione anche la più granitica delle certezze) meno giustificabile è quello della politica: che lo smog sia cancerogeno, fattore scatenante di infarti e ictus, acceleratore di croniche malattie respiratorie è ampiamente dimostrato e riconosciuto dalla comunità scientifica. Non ho dimenticato gli allarmi rossi. Ma non li rimpiango. Servirebbe il coraggio di prendere decisioni graduali contro l’inquinamento padano: fermo progressivo dei diesel, fino al 2020 con il blocco degli euro 4; sostituzione per legge degli impianti residui a gasolio; obbligo di valvole per regolare il riscaldamento dove la caldaia è centralizzata; piano di teleriscaldamento o di pompe di calore a basso impatto ambientale. Si migliora e si cambia quando si è obbligati a farlo. Abbiamo un parco di macchine e furgoni tra i più obsoleti d’Europa: si incentivi il cambiamento. Non possiamo far sparire lo smog, ma possiamo ridurne gli effetti nocivi. Anche se ci sono meno bambini, facciamoli respirare meglio.