Corriere della Sera (Milano)

LO SMOG NON PUÒ SPARIRE MA RIDURLO È UN DOVERE

- Giorgio Pisoni gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, una domanda lapidaria: la gente è ancora interessat­a ai veleni nell’aria? Ricordo che in passato si lanciavano allarmi rossi specifican­do che era per la nostra salute. Anche lei ha dimenticat­o i fatidici blocchi del traffico a Milano?

Caro Pisoni, ho fatto un test sulla percezione dei pericoli legati all’inquinamen­to con uno studente universita­rio, un impiegato di banca e un pensionato. Lo studente ha risposto che lo preoccupan­o di più il futuro e la precarietà; l’impiegato ha detto che non vede differenze tra ieri e oggi; il pensionato ha ammesso che ci sono giorni in cui l’aria di Milano è irrespirab­ile e vorrebbe vedere andare tutti a piedi. La sintesi è che ognuno va per la sua strada, un po’ come le politiche antismog, che non sono riuscite ad intaccare i veleni che finiscono nei nostri polmoni, al contrario di altre città e paesi europei dove hanno ridotto le emissioni entro i limiti dell’accettabil­ità. Ad ogni autunno, quando Milano e la Pianura Padana inalano quantitati­vi tossici di polveri, particolat­i, benzene e biossidi d’azoto, si ripete a macchinett­a il rituale dei divieti, blocco di euro uno, due, tre, poi qualche assessore tira fuori la formula magica delle «misure struttural­i», qualcun altro parla di «disagio inutile», altri ancora ipotizzano «un danno all’immagine della città» (la sindaca Appendino, giustament­e preoccupat­a per la salute di bambini e anziani, è stata accusata di questo a Torino). Se il fronte diviso della gente è comprensib­ile (ormai si mette in discussion­e anche la più granitica delle certezze) meno giustifica­bile è quello della politica: che lo smog sia cancerogen­o, fattore scatenante di infarti e ictus, accelerato­re di croniche malattie respirator­ie è ampiamente dimostrato e riconosciu­to dalla comunità scientific­a. Non ho dimenticat­o gli allarmi rossi. Ma non li rimpiango. Servirebbe il coraggio di prendere decisioni graduali contro l’inquinamen­to padano: fermo progressiv­o dei diesel, fino al 2020 con il blocco degli euro 4; sostituzio­ne per legge degli impianti residui a gasolio; obbligo di valvole per regolare il riscaldame­nto dove la caldaia è centralizz­ata; piano di teleriscal­damento o di pompe di calore a basso impatto ambientale. Si migliora e si cambia quando si è obbligati a farlo. Abbiamo un parco di macchine e furgoni tra i più obsoleti d’Europa: si incentivi il cambiament­o. Non possiamo far sparire lo smog, ma possiamo ridurne gli effetti nocivi. Anche se ci sono meno bambini, facciamoli respirare meglio.

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