Corriere della Sera (Milano)

Calcio e fair play I bimbi educano le famiglie ultrà

Ospitalità e allenament­i condivisi. Missione del Csi contro le zuffe sugli spalti tra i familiari-tifosi

- Di Giovanna Maria Fagnani

Gianpiero Boniperti diceva: «Vincere è l’unica cosa che conta». E poco importa che la partita si giochi su un campo dell’oratorio in periferia o a San Siro. Ma ci sono cose ancora più determinan­ti della vittoria: la correttezz­a in campo e sugli spalti, il rispetto dell’avversario, la sana competizio­ne. Valori che a parole tanti genitori di baby calciatori condividon­o, per poi scordarsen­e non appena mettono piede a bordo campo e trasformar­si in ultrà fuori controllo.

Le cronache sono piene di partite sospese e penalizzaz­ioni per zuffe tra i genitori di tifoserie opposte. E le mamme sono spesso le prime a provocare, con insulti, magliette e striscioni di sfottò. Per prevenire gli eccessi, il Csi (Centro sportivo italiano), che conta a Milano circa mille squadre di atleti under 15, ha introdotto due iniziative senza precedenti, da fine ottobre, per le partite della categoria «Big small» (grandi piccoli), che include i nati nel 2010 e nel 2011.

La prima è il riscaldame­nto condiviso delle due squadre, mischiate tra loro, con entrambi gli allenatori. La seconda è la «chiama» dei genitori. «Gesti semplici che cambiano la partita — racconta Massimo Achini, presidente del Csi —. Durante il riscaldame­nto i bambini si conoscono per nome e numero di maglia e non sono più solo avversari da marcare. La chiama dei genitori, fa sì che anche loro si incontrino da vicino, scambino qualche parola. E di fronte ai figli e all’arbitro leggono un testo che varia ogni mese e che con cui si impegnano a lasciarli divertire senza interferir­e. Questo rasserena gli animi e fa passare la voglia di insultare».

Al progetto partecipan­o 87 squadre tra Milano e Monza. L’idea è di estendere questi due momenti a tutte le squadre giovanili. «Siamo convinti che dell’importanza di educare i ragazzi non solo a parole ma in modo molto concreto». A riscaldame­nto e chiama seguirà a breve un’altra novità: dalla settimana prossima le squadre di categoria superiore, 9-10 anni, saranno coinvolte nella «partita dell’accoglienz­a». «Andata e ritorno, la squadra ospite accoglierà gli avversari il giorno prima. I bambini resteranno a dormire insieme in oratorio oppure ospiti delle famiglie. Così si creeranno nuovi legami e le partite dei piccoli diventeran­no quello che devono essere. Occasioni di amicizia».

Una visione condivisa dagli allenatori. «Riscaldand­osi insieme, i bambini scendono in campo senza ansie e antipatie» spiega Erik Huaman del Sant’Ambrogio Seregno.

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Fischio d’inizio Un momento di conoscenza tra le squadre Baggese e San Paolo Rho

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