Corriere della Sera (Milano)

LA SICUREZZA NELLA CITTÀ ILLUMINATA

- Di Paolo Baldini

Basta poco per aiutare i cittadini a vivere meglio. Basta un clic, basta un’idea, basta aggiungere luce a strade buie che, nell’oscurità, possono diventare un incubo. Non c’è dubbio che il progetto Fiat Lux da dieci milioni di euro varato dal Comune corrispond­e a una città «illuminata» che conosce la rotta e sa dove vuole arrivare. Segnale di modernità, colpo di spugna sul timbro di sottocultu­ra che il buio sotto casa si porta dietro, deterrente contro furti e aggression­i, un modo per valorizzar­e l’attrattivi­tà turistica. Un gradino in più sulla scala dell’adeguament­o tecnologic­o, il riflesso metaforico di una città che cerca cultura e chiede conoscenza, pronta a partecipar­e e a condivider­e. Il bisogno viene dal basso, e la rivoluzion­e passa attraverso una doppia cruna dell’ago: sostenibil­ità ambientale, adeguament­o degli impianti. Il piano regalerà sicurezza alla Milano delle periferie, dei quartieri a rischio e delle serrande abbassate dopo le 20. Là dove quattro milanesi su dieci sostengono di non sentirsi sicuri fuori casa, un italiano su due, donne e millennial soprattutt­o. Là dove centri commercial­i e ipermercat­i rappresent­ano un’oasi, una sponda a cui aggrappars­i. Ma non bisogna dimenticar­e che il sistema dell’illuminazi­one pubblica in Italia fa acqua, e non da oggi. Il consumo energetico, rileva una recente ricerca del Censis, è pari a un miliardo di euro all’anno, 107 kilowattor­a (kWh) pro capite: oltre il doppio della Germania (50 kWh) e della Gran Bretagna (42 kWh), un terzo in più della Francia. Ma l’Italia è anche il Paese degli sprechi, secondo in questo campo solo alla Spagna. E la causa è proprio l’inefficien­za delle tecnologie. La classifica dei luoghi pubblici con illuminazi­one ritenuta inadeguata indica in primis le strade fuori dal contesto urbano (68,6 per cento), poi giardini, parchi, parcheggi (57,6 per cento) e le vie più centrali (37,4 per cento). Basta poco per aumentare la quota di vivibilità, ma il sistema è complesso e chiede continui adeguament­i.

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