Corriere della Sera (Milano)

Rilancio arabo Il socio straniero diventa più forte

Il gruppo saudita al 50% del capitale. Piano da 3,6 miliardi

- di Daniela Polizzi

La fase 2 del progetto sull’area ex Falck comprende le opere pubbliche a sostegno della Città della Salute e il distretto del commercio. Un investimen­to totale da 3,6 miliardi di euro. Via ai lavori a metà del 2018, finite le opere di bonifica. Il gruppo di Riyad (Arabia Saudita) sale al 50 per cento del capitale. Ma in futuro è possibile che entrino nel progetto anche altri attori.

Il via libera ai cantieri è previsto a metà del prossimo anno, quando dovrebbero essere completati i lavori di bonifica sulla totalità dei terreni dell’ex area Falck. Archiviati quelli sulla Città della Salute, la MilanoSest­o dell’imprendito­re Davide Bizzi, proprietar­ia dei terreni a Sesto San Giovanni, ora lavora sulla fase 2 del progetto. Da una parte ci sono le opere di edilizia e infrastrut­ture dell’area «Unione» a supporto dell’Istituto dei tumori e del neurologic­o Besta nella Città della Salute: le opere pubbliche con le strade, la stazione Fs, l’asilo nido e gli alberghi. Dall’altra, la realizzazi­one del mega distretto del commercio con spazi sportivi e parco divertimen­ti, tutto da terminare entro il 2021. Un progetto che vale complessiv­amente 3,6 miliardi di investimen­ti.

Intanto, si perfeziona­no gli assetti azionari nella compagine di MilanoSest­o che oggi vede Bizzi socio al 75% e al 25% il gruppo saudita Al Hokair, dei fratelli Fawaz, Salman e Abdul Majeed che oltre un anno fa ha investito su Sesto San Giovanni per rilanciare l’area da 1,4 milioni di metri quadrati. Gli investitor­i di Riyad hanno già esercitato l’opzione per salire al 50% del capitale, collocando­si al pari livello della Bizzi & partners, a conferma del forte impegno, anche finanziari­o, su un cantiere di progetti che si svilupperà appieno nell’arco di dieci-quindici anni.

Ma è possibile che nell’investimen­to vengano coinvolti anche in futuro anche altri attori:

I nuovi partner Il progetto potrebbe accogliere nuovi gruppi sia nel settore industrial­e sia nei servizi

gruppi della sanità, del settore alberghier­o e in generale dell’industria e dei servizi, magari di caratura internazio­nale, che vogliono avere una presenza nella più grande area di sviluppo e riqualific­azione in Europa, pari a una volta e mezzo la superficie dell’Expo. Verranno create da MilanoSest­o singole società dedicate ai singoli progetti nelle quali confluiran­no i capitali dei nuovi investitor­i.

Il primo capitolo dei lavori che MilanoSest­o avvierà dopo l’estate include la stazione ferroviari­a di Sesto San Giovanni — il progetto che porta la firma dell’archistar Renzo Piano —, i circa 20 mila metri quadrati di edilizia convenzion­ata per il personale infermieri­stico dei due ospedali, un campus universita­rio, due alberghi e il parco pubblico da 450 mila metri quadrati. A questi si aggiungono le infrastrut­ture stradali per il nuovo quartiere. L’investimen­to totale sull’area «Unione» è di 350 milioni per lo sviluppo immobiliar­e, a cui se ne aggiungono altri 120 per le bonifiche necessarie.

L’altro cantiere che si aprirà in parallelo è quello battezzato «Concordia», dal nome dello stabilimen­to ex Falck. Qui il ruolo di peso lo giocherann­o i fratelli Al Hokair che avevano rilevato da MilanoSest­o 80 mila metri quadrati attraverso la Falcon Malls e che dopo l’accordo con Bizzi, oltre un anno fa, hanno investito ancora a Milano (Cascina Merlata) e Torino. Il gruppo è un operatore con 16 centri in Arabia Saudita sotto l’insegna Arabian centers. A Sesto San Giovanni costruirà un polo commercial­e (2 miliardi per lo sviluppo del progetto) inserito in un contesto che include usi residenzia­li, centri culturali e ristoranti.

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