C’è un nuovo Tiziano in mostra La Pala Gozzi a Palazzo Marino per il ponte festivo dei milanesi
Il capolavoro
Colore sontuoso e morbido, energia espressiva, gesti che costruiscono relazioni ed equilibri compositivi. Su tutto la luce vera di un tramonto in laguna. È arrivato a Palazzo Marino il capolavoro delle feste natalizie, secondo una bella consuetudine che dura ormai da 10 anni: è la Pala Gozzi di Tiziano Vecellio, una tavola alta 3 metri e 22 e larga 2 e 15, in prestito dalla Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona (da oggi al 14 gennaio, piazza della Scala 2, tutti i gg. ore 9.30-20, gio. fino alle 22.30, 7-12 fino alle 12, ingresso libero). A cura di Stefano Zuffi, promossa da Comune di Milano e Intesa Sanpaolo con Rinascente, la mostra si può visitare a gruppi di 30 ogni 15 minuti con le guide di Civita.
Quando dipinge questa sacra conversazione, nel 1520, Tiziano ha 30 anni e già la sua fama si espande fuori Venezia: il committente dell’opera Alvise Gozzi, in ginocchio a destra, è un commerciante di Dubrovnik che vive ad Ancona. Al di là dei meravigliosi particolari — il paesaggio veneziano che dà respiro alla scena, l’oro scintillante del piviale, il ritratto di Alvise — è il complesso, l’insieme a colpire. Libero da ogni struttura architettonica, Tiziano ambienta i personaggi direttamente nello spazio naturale: in basso il piano umano, in alto quello celeste, collegati da un’unica atmosfera, da un intreccio di sguardi e dal braccio del vescovo Biagio, che indica Maria e il Bambino. Bambino che guarda verso di noi chiamandoci con gli occhi a partecipare all’evento sacro, a non sentirci estranei. Suggestivo l’allestimento, che evoca l’abside di una chiesa: un approccio inusuale dal retro per consentirci di osservare anche il dorso della tavola, percorso da preziosi schizzi a matita e a pennello di Tiziano e dei suoi allievi.