COMPETITIVA E POLIEDRICA MA ALLA CITTÀ SERVE EQUILIBRIO
Caro Schiavi, ho letto sul numero di dicembre dell’Harvard Business Review che Milano si proietta ad essere la sesta città per importanza di crescita nel settore fashion & luxury. È un bel risultato direi... Mauro Minniti Caro Schiavi, corso Garibaldi, con il proliferare di luoghi di ristorazione senza controllo, è diventato un fast food all’aperto, quasi 24 ore su 24. Il rifornimento delle merci avviene in maniera selvaggia con camion che, come si può vedere davanti a San Simpliciano, salgono a tutte le ore sui marciapiedi, senza alcun rispetto dei pedoni, dei disabili e delle carrozzine; senza alcun rispetto degli orari di carico e scarico che nessuno controlla. Oppure lo fa, ma troppo poco. Lo stesso vale per i dehors che occupano sempre di più il passaggio e, fuori orario, riempiono il Corso di cumuli di sedie e spazzatura.
Non molti anni fa il Comune ha speso tanto denaro per la riqualificazione di corso Garibaldi, che doveva servire, più che altro, ad abbattere le barriere architettoniche e renderlo fruibile al passeggio. Adesso si fa lo slalom tra camion che distruggono i marciapiedi e tavolini di gente che mangi. Sono contenta che Milano sia cool, l’economia si sia ripresa, la gente si diverta ma i diritti di chi abita i luoghi dovrebbero essere rispettati. Antonella Flores C aro Mauro, gentile Antonella, accosto le vostre lettere perché rappresentano due facce della stessa medaglia: la crescita e la cura della città. Il cambiamento di Milano è innegabile,è sempre più attrattiva e nei ranking sulla reputazione e l’opinione degli investitori è passata dal 23° al 9° posto. È diventata, come si legge in Brand Milano, una città-sistema che riorganizza il suo futuro, non più industriale ma multiscopo, spiega il fondatore del Censis, De Rita. Ma scalare posizioni nelle classifiche della competitività non basta, se chi ci vive è insoddisfatto. La difficoltà per chi governa è tenere in equilibrio le due facce, evitare eccessi, favorire il dinamismo senza dimenticare i diritti. Da qualche mese i lettori segnalano la necessità di non essere miopi davanti ai piccoli segnali di degrado. Speranza Milano, come la chiamava il cardinale Tettamanzi, è la capacità di far funzionare la città rispettando i diritti di tutti: così si diventa esempio per gli altri. Un’ambizione che non si deve perdere. gschiavi@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA