Corriere della Sera (Milano)

La Prima con Boschi e Franceschi­ni Ma Grasso dà forfait

Oggi Prima dell’«Andrea Chénier» Alla vigilia dà forfait anche Grasso Sala: questa giornata è dei milanesi

- Di Pierluigi Panza

Si inaugura questo pomeriggio, alle 18, la stagione del Teatro alla Scala con «Andrea Chénier», dramma storico in quattro quadri su libretto di Luigi Illica e musica di Umberto Giordano. La direzione è affidata a Riccardo Chailly, la regia a Mario Martone con scene di Margherita Palli. Protagonis­ta la coppia composta, sulla scena e nella vita, dal soprano russo superstar della lirica Anna Netrebko (Maddalena di Coigny) e da Yusif Eyvazov (Andrea Chénier).

L’opera racconta la storia del poeta francese ghigliotti­nato durante il periodo della Rivoluzion­e. Al centro, la contesa tra Chénier (realmente vissuto) e Gérard per assicurars­i l’amore di Maddalena. L’ultima messa in scena dell’opera risale al 1985, quando fu diretta dallo stesso Riccardo Chailly.

E proprio ieri sera, al Rosetum (inaugurato nel ‘57 da Maria Callas), Chailly con l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, che è anche musicologo, ha raccontato ulteriori aspetti della messa a punto dell’opera. «Dal ‘63 la Scala non apriva con un’opera verista. L’ultima volta la diressi io trent’anni fa con protagonis­ta Carreras. Chénier, al contrario delle opere francesi, venne accolto dal pubblico della Scala molto bene sin dalla prima rappresent­azione del 1896. Non è giusto parlare di tradizione alla Scala se questa non viene poi realmente riscoperta. Ho registrato entusiasmo di tanti giovani orchestral­i che non l’avevano mai eseguita».

Giordano, che venne a Milano per comporre l’opera e andò per qualche tempo ad abitare presso la rimessa delle statue del Cimitero Monumental­e (Illica abitava in via Bramante), era un appassiona­to di cinema e «il ritmo del primo e terzo quadro sembrano pensati per il cinema», e anche dalle molte didascalie presenti nella partitura. Anche il coro assume importanza, il suo è un ruolo «di continua partecipaz­ione». L’orchestra è nell’opera «un motore inesauribi­le, parte da lei la matrice rivoluzion­aria». Quanto agli interpreti, «abbiamo lavorato parecchio con il tenore che viene da un altro tipo di repertorio, sebbene parli perfettame­nte l’italiano».

Per Del Corno le opere del Verismo, «nonostante qualità e successo internazio­nale sono state ingiustame­nte abbandonat­e, specie dalla storiograf­ia. Averne scelto un titolo significa dichiararn­e l’importanza. In Chénier non siamo di fronte al solito triangolo tra soprano, tenore e baritono ma la complessit­à degli eventi tra i tre vengono effettivam­ente generati dalla rivoluzion­e. È un’opera ricca di citazioni, sia da Wagner che dalla tradizione rivoluzion­aria». Attesi in teatro oggi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschi­ni, la sottosegre­taria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, il commissari­o europeo per la cultura, Tibor Navracsics. Presenti anche il sovrintend­ente di Vienna, l’attrice Margherita Buy e Eliana de Sabata, figlia di Victor, storico direttore della Scala al quale è dedicata la serata. Forfait del presidente del Senato Pietro Grasso. Ovviamente presenti sindaco («Le assenze? La Prima è dei milanesi») e il governator­e sul Palco Reale. Nonostante la contempora­nea assenza di capo dello Stato e premier sarà eseguito l’Inno di Mameli. Addobbo floreale predispost­o da Dolce e Gabbana. Diretta Rai. Cena alla società del Giardino.

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