Corriere della Sera (Milano)

Quando la stagione iniziava a Santo Stefano

- Di Giuseppina Manin

Èstata una sfida tra santi. Ambrogio contro Stefano, un vescovo contro un martire. Due illustri aureole a contenders­i la più luccicante delle «prime», quella della Scala. Fino a metà ’900 fissata al 26 dicembre, giorno di Santo Stefano appunto. A spostarla in avanti, sotto la protezione del patrono di Milano Ambrogio, il grande maestro Victor de Sabata, scomparso 50 anni fa, alla cui memoria Riccardo Chailly dedica stasera l’Andrea Chénier. Il primo 7 dicembre scaligero nasce nel 1951 con lui. Che dirige «I vespri siciliani», nel cast Maria Callas. E Callas sarà la diva di tanti Sant’Ambrogi successivi, leggendari­o quello della Vestale, dove si presenta dimagrita di 30 chili, bellissima. Un’icona di fascino che scatena la competizio­ne anche in platea, una commission­e di sarti premia la contessa Dompé. Gli anni 60 sono un tripudio di mondanità. Per il «Poliuto», la divina Maria in coppia con Franco Corelli, detto «Coscia d’oro», arrivano Onassis, Grace e Ranieri di Monaco. Nel ’65 la prima contestazi­one, volantini a sostegno del cotonifici­o Valle Susa, nel ’68 Capanna lancia uova contro i visoni delle dame mentre in sala Abbado trionfa con «Don Carlo». Nel ’71 niente pellicce, pochi gioielli, ma al «Boccanegra» di Abbado-Strehler arriva Josephine Baker. Il ’76 è l’anno dell’«Otello» di Kleiber, Sant’Ambrogio per la prima volta in diretta tv, la Rai paga 35 milioni di diritti. L’82, primo 7 dicembre di Muti, Ernani contestati­ssimo, fischi a Ronconi e persino a Domingo, Freni, Bruson, giudicati «troppo freddi». Trionfo invece per la prima da direttore musicale di Muti, che nel Nabucco dell’86 infrange le regole e dà il bis di «Va pensiero». Nel decennio successivo farà scalpore il cubo di Graham Vick per il Macbeth del ’97, applaudito da John John Kennedy e Carolyn Bessette. E se nel ’98 insorgono gli animalisti, il ’99 è l’anno della polemica sull’Inno di Mameli, non eseguito da Muti. Ciampi se ne va senza salutare. Dal 2001 al 2003 Sant’Ambrogio trasloca agli Arcimboldi, nel 2004 torna in Scala con «L’Europa riconosciu­ta». Nel Palco Reale Berlusconi si annoia moltissimo. Dopo la partenza burrascosa di MutiFontan­a, nel 2005 arriva Lissner, che per il suo primo 7 dicembre propone «Idomeneo», poi «Aida» con Chailly, in sala Merkel e Prodi, poi ancora il memorabile «Tristan» con Barenboim, sul podio anche delle successive aperture wagneriane.

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