Corriere della Sera (Milano)

L’Ambrogino siamo noi

La Scuola di Teatro Paolo Grassi , fucina di attori riceve oggi dal sindaco la prestigios­a onorificen­za

- Livia Grossi

«Non ho dubbi. L’Ambrogino d’oro è un importante riconoscim­ento del nostro lavoro di squadra, l’inizio di un percorso dove teatro e realtà si guardano negli occhi». Giampiero Solari, direttore della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, è felice e commosso. «Il premio che ci viene consegnato oggi dal Comune è per tutti gli allievi, i docenti e per la Fondazione Milano il segno che stiamo andando nella giusta direzione». A confermarl­o i numeri dell’ufficio iscrizioni: per ogni disciplina — drammaturg­ia, teatro-danza, regia e organizzaz­ione — il 20 per cento in più di richieste, e per il corso di recitazion­e un vero boom, 783 domande di ammissione per 14 posti disponibil­i, con una crescita del 49 per cento rispetto al 2016/2017.

Un successo frutto anche delle scelte adottate. «Quest’anno abbiamo ottenuto l’autorizzaz­ione a rilasciare titoli Afam, equivalent­i ad attestati universita­ri», spiega Marilena Adamo, Presidente Fondazione Milano. «Inoltre siamo stati protagonis­ti di un progetto internazio­nale dedicato al tema migrazione. Un importante passo avanti per la formazione e la promozione di una cultura di ampio respiro, in linea con la tradizione della città».

Sulle linee guida, Giampiero Solari non ha dubbi. «Questa scuola è stata diretta da personaggi illustri da Paolo Grassi a Luigi Ferrante; da qui sono usciti generazion­i di artisti tra cui Ornella Vanoni e Claudio Bisio, cui si affiancano Marco D’Amore (il Ciro di «Gomorra»), Eleonora Giovanardi, partner di Checco Zalone in “Quo Vado?”, e Isabella Picchioni, protagonis­ta di “Salomè” al National Theatre di Londra. A me dunque il compito di portare avanti il lavoro, non tutti i nostri allievi diventeran­no famosi, ma ciò che conta è dare loro delle basi solide per affrontare il futuro e sostenerli una volta usciti dalla scuola. Il sistema teatrale oggi crea molti disoccupat­i, perciò stiamo mettendo a punto anche corsi di avviamento profession­ale post diploma».

Gli obiettivi per il direttore sono chiari, interessan­te conoscere il cammino scelto per raggiunger­li. «L’interazion­e tra i vari corsi è fondamenta­le, uno studente di drammaturg­ia deve sapere cosa significa essere attore e viceversa; l’altro importanti­ssimo pilastro è il rapporto tra palcosceni­co e realtà. Con il progetto internazio­nale “Terre promesse” ci siamo dedicati al tema migrazioni e periferie, riflettend­o sulle paure e i conflitti di oggi. Siamo andati a lavorare sulla strada, dal centro di accoglienz­a per migranti al mercato del Lorenteggi­o fino al carcere di Vigevano. Il tutto senza dimenticar­e i nostri maestri, da Shakespear­e a Pinter».

Drammaturg­ia del presente e tradizione, più uno sguardo lucido sull’oggi da proiettare al futuro. «Bisogna uscire dagli spazi consueti e dalle solite modalità del racconto», conclude Solari. «Gli argomenti da indagare non mancano, dalla scrittura dei videogioch­i alle infinite informazio­ni del web: i ragazzi devono imparare a superare le paure e a esprimersi per quello che sono e pensano veramente. Nel teatro come nella vita».

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 ??  ?? Euforici Gli studenti della Grassi. Sotto, «Dov’è la strada per le stelle» (Corner /LaPresse)
Euforici Gli studenti della Grassi. Sotto, «Dov’è la strada per le stelle» (Corner /LaPresse)

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