Transenne, strade chiuse ma niente metal detector agli «Oh Bej! Oh Bej!» Funziona il presidio soft
Controlli con il metal detector su zaini e valigie dei passanti agli ingressi della Galleria Vittorio Emanuele II. Presidio delle forze dell’ordine su piazza della Scala, dove scatta la contestazione di sindacati e centri sociali. Strade di accesso a piazza Castello sorvegliate dalla polizia locale e filtrate da new jersey e transenne. La «zona rossa» allargata debutta nel salotto cittadino con la Prima dell’Andrea Chénier e la Fiera degli «Oh Bej! Oh Bej!»: il bilancio a fine giornata è positivo, senza incidenti. Novecento gli uomini impiegati per garantire la sicurezza. Le vie Manzoni, Santa Margherita, Case Rotte e Verdi vengono chiuse al traffico in mattinata, dopo l’ispezione e la bonifica dei punti più sensibili. Piazza della Scala è transennata. Fino alle 18, solo in via Manzoni, angolo via Romagnosi, un agente effettua controlli con il metal detector. Dopo le 18 partono le ispezioni anche nei quattro varchi della Galleria Vittorio Emanuele II, dove l’opera è trasmessa su maxischermo. Davanti a Palazzo Marino il sindacato Cub ha installato l’«hotel della povertà», costruzione simbolica per protestare contro la «precarietà dei lavoratori» mentre il centro sociale il Cantiere innalza striscioni sulla facciata del municipio e organizza una sfilata «alternativa a quella di lusso che va in scena alla Scala» su un tappeto rosso. Si sentono slogan contro il presidente americano Donald Trump e vengono lanciati fuochi d’artificio ma, dopo le 18, la contestazione rientra. In piazza Beltrami, davanti agli «Oh Bej! Oh Bej!», la priorità è evitare l’accesso di auto o furgoni contro la folla, come successo a Berlino o a Barcellona: il presidio è costante, ma senza l’uso del metal detector. Una modalità «soft» che comunque garantisce la tranquillità degli eventi.