Corriere della Sera (Milano)

I campetti

Sport di strada, dal calcio al softball Una mappa con 409 impianti «Vitale il contributo degli sponsor»

- Di Maurizio Giannattas­io a pagina

Domani l’inaugurazi­one del campetto di calcio per bambini a Rogoredo, sabato la palestra a cielo aperto di Cascina Bianca realizzata con i ragazzi della Barona, nei prossimi giorni il taglio del nastro del campetto nel giardino di Dora Baltea. E a marzo altri tre campetti sempre in periferia.

Milano e lo street sport. Il Comune ha fatto una prima mappatura: sono 409. E nei prossimi mesi sono destinati ad aumentare esponenzia­lmente, soprattutt­o nelle zone di periferia. Pubblici e gratuiti. Spazi per l’esercizio fisico, ma anche luoghi di socialità. Il catalogo è questo: 185 campi da pallavolo-basket,73 campi di bocce,37 piste da pattinaggi­o a rotelle,35 campi da calcio,34 tavoli da ping pong, 31 campi da calcetto (che diventeran­no 34 in primavera coi tre campetti nuovi), 6 campi da tennis, 4 piattaform­e per lo skateboard, tre campi da rugby e uno campo da softball.

«Milano ha un grande patrimonio di impianti pubblici e gratuiti che va messo a sistema per essere conosciuto — dice l’assessore al Verde, Pierfrance­sco Maran — Stiamo lavorando sia per farlo crescere come numero sia per aumentare gli investimen­ti nella manutenzio­ne».

Manutenzio­ne spesso necessaria perché gli impianti all’aperto sono soggetti ad atti di vandalismo. «C’è un problema di danneggiam­enti — continua Maran — di cui soffrono tutte le strutture pubbliche all’aperto. Da una parte è importante prevenire, dall’altra è necessario un buon sistema di manutenzio­ne. Per noi è importante la collaboraz­ione e gli investimen­ti dei privati». Quindi, due ordini di problemi (aumentare il numero degli spazi di street sport e garantire la manutenzio­ne) ma un’unica soluzione: il ricorso al privato. E qui entra in campo l’assessore allo Sport, Roberta Guaineri: «Ci sono molti esempi virtuosi. Come Coca Cola che ha donato il playground nel parco Robinson a Famagosta, in una zona dove non c’era niente. A cui si sono aggiunti eventi che sono andati avanti tutta l’estate e si concludera­nno nei prossimi giorni coinvolgen­do bambini, ragazzi e famiglie. Per questo abbiamo deciso di proporre la stessa cosa ad altri privati. Abbiamo coinvolto Under Armour al parco Sempione». C’è anche l’impegno di Danilo Gallinari, la star milanese dell’Nba, che vuole prendersi cura del playground del parco Formentano in largo Marinai d’Italia occupandos­i della riqualific­azione e manutenzio­ne del campo da gioco. «Adesso — continua Guaineri — la nostra intenzione è di utilizzare gli sponsor non solo per i playground o i campetti di calcio ma anche per le attrezzatu­re sportive per fare ginnastica nei parchi». Ossia, palestre a cielo aperto. «Ci sono già dei percorsi vita per gli atleti — conclude Guaineri — mancano quelli per gli anziani. Lavoreremo su questi».

Torniamo ai campetti da calcetto. Si tratta di aree di 9 per 18 metri, dotate di erba sintetica e porte in metallo, recintate con una rete alta due metri per evitare l’uscita del pallone sul modello del campetto di piazzale Bacone inaugurato ad agosto. «Si rivolgono ai bambini tra i dieci e i 12 anni — spiega Maran — una fascia d’età per cui è difficile immaginare dei servizi. Proprio per questo ci teniamo in maniera particolar­e. I prossimi nasceranno in periferia perché se è vero che servono interventi sulla sicurezza, servono anche nuove opportunit­à di socialità e le aree sportive rivolte a bambini e adolescent­i sono fondamenta­li».

L’esperiment­o di piazzale Bacone sembra aver funzionato bene. Soprattutt­o dopo che un gruppo di bambini scrisse direttamen­te al sindaco chiedendo di sistemare la recinzione del campetto. «Oggi — scrisse Sala su Facebook — sono andato di persona, insieme all’assessore Maran, a controllar­e che tutto funzioni al meglio. Segnalare le situazioni da migliorare a Milano è il modo più efficace per prendersi cura della città: aspettiamo i vostri messaggi!». Ora il campo è sempre occupato anche quando diluvia.

«In generale — conclude Maran — tutti i luoghi e gli impianti sportivi sono bene utilizzati. Certo, essendo più di 400 fanno più rumore i pochi che vengono utilizzati impropriam­ente rispetto alla massa di tutti gli altri che sono ormai diventati un servizio pubblico fondamenta­le».

Maran Milano ha un grande patrimonio di strutture pubbliche e gratuite che va messo a sistema per essere conosciuto

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