Buone Vibrazioni sul palco dei Magazzini
Concerti
«Siamo al lavoro sul nuovo album, abbiamo già chiuso gran parte dei brani». Francesco Sarcina mette le cose in chiaro: la reunion della sua band, Le Vibrazioni, stasera ai Magazzini Generali (via Pietrasanta 14, ore 21, sold out), porterà all’uscita di nuovo materiale. «Sarà un disco controcorrente rispetto a come vanno le cose oggi, molto poco digitale, genuino, registrato quasi in presa diretta». Così, a 15 anni dal successo dell’hit «Dedicato a te», Le Vibrazioni sono di nuovo tra noi. Era il 2003 quando il videoclip di quella canzone, diretto da Domenico Liggeri, spopolò: il gruppo milanese lo aveva girato sui Navigli.
«Abbiamo sempre vissuto tanto la città», dice Sarcina. «Ai tempi ricordo che eravamo indaffaratissimi, facevamo i lavori più assurdi per mantenerci, per poi ritrovarci nelle cantine e nei locali a fare l’alba. L’idea del video di “Dedicato a te” era di raccontare questa storia e di mostrare come la metropoli ti dia la possibilità di fare incontri inaspettati». Sui Navigli Le Vibrazioni si sono fatte le ossa: il palco dello storico locale Le Scimmie è stato per un periodo la loro seconda casa, mentre «le cantine» cui fa riferimento il 41enne Sarcina sono le ex sale prove di via Lombroso. «Di fatto delle cantine puzzolenti, che si allagavano di continuo, ma che ospitavano tante band e dove si respirava un’atmosfera unica. Le Vibrazioni nacquero proprio dall’unione di componenti di vari gruppi, come frutto di jam session notturne». Per il «reunion party» ai Magazzini non ci sono più biglietti. «Sarà imballato e bellissimo», commenta Sarcina. E sul futuro: «Non ho paure, se qualcuno giudicherà male questo ritorno pazienza, non temo le critiche, ci sono già passato». Lui negli anni scorsi ha pubblicato due album da solista, è stato a Sanremo. «Ciò che mi spaventa ora è che sia diventato ancora più difficile, con le canzoni, arrivare alla gente. Non voglio fare polemica, ma c’è sempre meno libertà: i gusti da seguire ci sono imposti senza che nemmeno ce ne accorgiamo e questo vale per tutto, non solo per la musica».