Corriere della Sera (Milano)

NERVIANO ALLA LUCE DEL SOLE

- Di Simona Ravizza

Difficile sollevare critiche, a patto che ci sia trasparenz­a. Contestare la scelta del governator­e Roberto Maroni di vendere il centro di ricerche farmacolog­iche contro il cancro di Nerviano sarebbe sbagliato: Regione Lombardia, che dal Natale 2010 lo controlla tramite la Fondazione per la ricerca biomedica, ci ha messo 175 milioni tra finanziame­nti a fondo perduto e prestiti (35 milioni che riavrà forse dopo il 2022). Soldi pubblici che non possono andare avanti a essere investiti all’infinito. L’alienazion­e in sé, dunque, non può destare scalpore: torna privato ciò che nacque privato (come centro Farmitalia-Carlo Erba). Ma c’è una condizione da soddisfare: carte scoperte. L’acquisto da parte degli investitor­i guidati tramite fondi sovrani dal governo cinese e da mister Cao Yuping dell’azienda farmaceuti­ca Hicin, pronti a investire per il futuro di Nerviano 22 milioni, deve avvenire nella massima chiarezza. Le riunioni per l’operazione finanziari­a che, salvo sorprese, si concluderà con l’alienazion­e sono iniziate ieri (risulta già che Unicredit abbia rinunciato all’84 per cento del debito ovvero a 150 milioni di euro). Il verdetto finale è atteso per oggi. Ma il closing per essere davvero inattaccab­ile dovrà essere accompagna­to da una comunicazi­one ufficiale: identità degli acquirenti, cifre in campo e condizioni di vendita. Senza dimenticar­e il posto di lavoro dei 378 ricercator­i. Altrimenti tutti gli sforzi finanziari di Regione Lombardia andrebbero in fumo.

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