La scuola multietnica «censura» il Natale
L’istituto Italo Calvino di Precotto evita ogni riferimento alle ricorrenze cristiane «Un evento anti bullismo rivolto a tutti» Ma il centrodestra insorge: è intolleranza
L’istituto comprensivo «Calvino» di viale Monza organiz- za per domenica la «Grande festa delle Buone feste». Nell’annuncio non c’è un riferi- mento al Natale e l’appuntamento diventa un caso, con alcuni genitori e insegnanti che chiedono di modificare l’invito. Il centrodestra attacca: «Intolleranza». Ma la preside Dorotea Russo: «È una festa antibullismo, non volevamo che scrivendo “Natale” gli stranieri non venissero. A scuola abbiamo anche il presepio». Intanto a Sovico (Monza e Brianza) alcuni parrocchiani chiedono la rimozione delle decorazioni con Babbo Natale sull’oratorio, perché simbolo pagano.
La scuola presenta la «Grande festa delle Buone feste», in programma domenica 17 dicembre e poiché nell’annuncio non c’è un riferimento al Natale l’appuntamento diventa un caso, con alcuni genitori e insegnanti che protestano e chiedono che l’invito sia «corretto».
Succede all’istituto statale Calvino, un comprensivo con materne, elementari e medie in zona viale Monza, dove la preside chiarisce subito: «Qui il 23 per cento degli studenti è straniero ma il Natale si festeggia eccome, con presepe, albero e canti della tradizione, in più date e in orario scolastico, quest’anno come in passato. Domani uscirà la circolare con tutti gli appuntamenti, dalle recite al presepe vivente. La religione cattolica è tenuta in grande considerazione, la festa del 17 era in aggiunta: si tratta di un momento per includere tutti». E spiega la dirigente Dorotea Russo, da tre
Piscina Così si smantellano le nostre tradizioni come se ce ne dovessimo vergognare
anni alla guida dell’istituto: «L’evento è nato come incontro fra docenti e famiglie dopo qualche episodio di isolamento e bullismo. Ho evitato di scrivere Natale perché stranieri e non cattolici forse non sarebbero venuti. All’inizio avevo proposto di chiamarla “Festa di accoglienza dell’inverno” ma poi anche senza voto l’accordo sembrava raggiunto sul nome che abbiamo dato».
Alla fine la scuola ha stampato il volantino con l’agrifoglio e l’albero e l’invito per «La Grande festa delle Buone feste». A quel punto però è scattata la polemica, innescata dal presidente del Municipio 2 Samuele Piscina, in forza alla Lega, che attacca: «Così si smantellano le nostre tradizioni e i nostri valori, come se ce ne dovessimo vergognare. Il nome dato alla festa della Italo Calvino? Ridicolo, se non fosse triste. In questo modo si fomenta l’intolleranza verso la nostra cultura — dice Piscina —. Dopo i presepi e i crocefissi, ora nelle scuole anche le feste della tradizione vengono ostacolate. Sarebbe assurdo in istituti più multietnici come il Trotter, che è sempre nel nostro Municipio, figuriamoci alla Calvino. Le scuole dovrebbero essere le prime custodi di queste tradizioni, ma i perbenisti di sinistra rischiano di intromettersi nelle aule privando i nostri bambini della gioia del Natale».
La polemica diventa politica, si accoda subito la deputata di Forza Italia Giovani Annagrazia Calabria: «Da Milano arriva una notizia che ha dell’assurdo, la parola Natale sostituita in ossequio a una integrazione
«Solo uno scrupolo: volevo evitare che la religione tenesse lontani gli stranieri»
concepita al contrario. È inaccettabile che una scuola trasmetta agli alunni l’idea di doversi vergognare della propria identità culturale». Non mancano però voci di segno contrario, anche dallo stesso Municipio 2. «Si strumentalizza un tema delicato come l’educazione dei ragazzi al servizio di una polemica sterile. Il senso dell’appuntamento del 17 dicembre si legge chiaramente anche sul sito della scuola», ribatte ad esempio il consigliere Alberto Proietti.
La dirigente cerca di preservare un clima allegro e smorzare i toni: «Il volantino è molto bello e concordato con il Comitato genitori e il direttivo dell’associazione GenitoriAttivi. Siamo tutti al lavoro per organizzare la festa».
Russo Qui molti studenti non sono italiani ma allestiamo sempre anche il presepe
La dirigente