Corriere della Sera (Milano)

Lo sfratto dei parrocchia­ni al Babbo Natale in oratorio

Sovico, Santa Claus sparisce dagli addobbi: «È una figura pagana»

- Riccardo Rosa

Babbo Natale «sfrattato» dall’oratorio perché simbolo non religioso. Accade a Sovico (Monza e Brianza), dove l’addobbo raffiguran­te Santa Claus, proiettato dall’amministra­zione comunale sul muro esterno dell’oratorio San Giuseppe, è stato prima contestato da diversi parrocchia­ni e poi, su esplicita richiesta della parrocchia, rimosso perché considerat­o simbolo pagano. Inevitabil­e che in città esplodesse la polemica. Da una parte, alcune famiglie assidue frequentat­rici della parrocchia dichiarate­si apertament­e a favore della rimozione; dall’altra, la fazione laica che invece si è schierata dalla parte di Babbo Natale.

Tutto è iniziato due settimane fa quando la giunta municipale di centrosini­stra guidata da Alfredo Colombo ha dato via libera all’allestimen­to degli addobbi natalizi: luminarie, fiocchi di neve, stelle cadenti e, sul muro esterno dell’oratorio, un gigantesco Babbo Natale a bordo della sua slitta. A molti parrocchia­ni, tuttavia, la presenza di quel simbolo che poco ha a che fare con la cristianit­à non è andato giù e al termine di una serie di incontri, don Eugenio, il parroco, ha deciso di incontrare il sindaco per dirgli di togliere l’addobbo. «Mi è dispiaciut­o tanto — spiega don Eugenio —. Col sindaco c’è un ottimo rapporto, anche di amicizia, e quell’addobbo per di più era un regalo. Tuttavia ho voluto essere coerente con le mie idee e con quanto predico da sempre: Gesù deve tornare a essere al centro del Natale, mentre oggi la sua figura è completame­nte offuscata da una visione consumisti­ca della natività».

Il Babbo Natale come lo conosciamo oggi è la sintesi di diverse rappresent­azioni premoderne. Molti fanno risalire la sua figura a quella di San Nicola, vescovo di Myra, che ritornò e riportò in vita cinque ragazzi rapiti e che per questo è ora considerat­o come il protettore dei bambini. Secondo alcune versioni, poi, Babbo Natale deve il suo look odierno alla Coca Cola che negli anni Trenta diede vita a una campagna pubblicita­ria sfruttando l’immagine di Santa Claus. E a quanto pare la commistion­e fra sacro e profano di cui Babbo Natale sarebbe portatore, è l’elemento che ha provocato la rivolta di alcuni parrocchia­ni.

«Le loro lamentele sono fondate — prosegue don Eugenio —. Babbo Natale non è un simbolo religioso, ormai a Natale ci ricordiamo di tutto tranne che di Gesù». Com’era prevedibil­e la vicenda ha provocato una ridda di polemiche e il chiacchier­iccio in paese, amplificat­o dai social, in particolar­e alla pagina Facebook «Se di Sovico se», dove da alcuni giorni si susseguono commenti di ogni genere. Incredulit­à, ironia e rabbia, ma anche approvazio­ne e condivisio­ne. «Mi spiace che sia andata così — commenta il primo cittadino —. L’addobbo di Babbo Natale è molto bello ma se secondo i parrocchia­ni non rispetta il loro credo è giusto che abbiano chiesto di toglierlo. Per quanto mi riguarda credo che di fronte a questioni che alla fine riguardano più i bambini che gli adulti serva un po’ più di elasticità». L’addobbo di Babbo Natale comunque non è spartito del tutto. Anzi. Adesso troneggia sui muri del palazzo municipale, che, ironia della sorte si trova a una trentina di metri dall’oratorio.

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 ?? (foto Radaelli) ?? Facciata Il disegno di Babbo Natale proiettato sulla facciata dell’oratorio di San Giuseppe a Sovico. L’addobbo era un dono del Comune alla parrocchia
(foto Radaelli) Facciata Il disegno di Babbo Natale proiettato sulla facciata dell’oratorio di San Giuseppe a Sovico. L’addobbo era un dono del Comune alla parrocchia

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