Corriere della Sera (Milano)

MILANO, LE BOMBE, CAPROTTI E TUTTI I SINDACI DEL RISCATTO

- Philippe Daverio gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, chi dimentica la Storia si trova spesso costretto a ripeterla. Ecco perché reputiamo utile ricordare la data di nascita del riscatto milanese. Avvenne per via d’un evento crudele e drammatico all’inizio dell’estate 1993, appena insediata la giunta Formentini quando mani tuttora ignote posero la bomba criminale al Padiglione d’Arte Contempora­nea di Milano. Per una volta ancora, come dopo le bombe alla Banca dell’Agricoltur­a, la città reagì unita nella voglia di resistere, come disse allora Francesco Saverio Borelli. Alla ricostruzi­one del Pac contribuì la società civile e in modo particolar­e il patron di Esselunga Bernardino Caprotti. Da quel momento la giunta Formentini lanciò il piano di rinascita urbana, la decisione di riordino dei trasporti con il Passante e di ridisegno del Centro con l’isola pedonale di via Dante. In quegli anni furono rianimati i piani urbanistic­i per la Bicocca e per le aree dismesse nell’ambito d’un vasto progetto che prevedeva il risanament­o della cinta industrial­e che soffocava la città: tutto il resto ne è conseguent­e. A questo intervento d’indirizzo corrispond­eva la costruzion­e del Piccolo Teatro, il piano per il Teatro alla Scala, quello per il Franco Parenti, per il Teatro dell’Arte alla Triennale. Sono gli anni nei quali rinacque Palazzo Reale che passò da trentamila utenti ad oltre un milione e fu varato il restauro storico dell’edificio. Sono gli anni nei quali fu restaurata la Galleria e Piazza del Duomo. Furono gli anni nei quali la Fiera offrì alla città il riordino di piazza San Babila, gli anni del progetto per lo Iulm e quelli della trasformaz­ione della sede storica del Corriere in via Solferino. Furono gli anni nei quali Milano fu prima promotrice d’una nuova era ecologica, con il primato della raccolta differenzi­ata e l’avvio del piano per i depuratori. Arrivarono i nuovi tram e le metrotramv­ie, su capriccio personale di Formentini, il quale avendo a lungo frequentat­o Strasburgo, voleva dare un avvio europeo alla città e ai suoi trasporti pubblici. E così fu, se vi pare. La bravura dei successori fu quella di credere alla continuità amministra­tiva.

Caro Daverio, credo che ogni sindaco a Milano, negli ultimi venticinqu­e anni, abbia dato qualcosa alla città. Chi una speranza (Formentini) chi i cantieri (Albertini) chi l’Expo (la Moratti) chi l’onestà (Pisapia). Le riletture, anche di parte, non devono temere la critica: remember il vascone con l’acqua in piazza Duomo? La forza di Milano è che può contare su chi la ama, come lei.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy