No del Comune alla rottamazione di multe e tasse
La linea dell’assessore Tasca sui conti pubblici
Niente regalo sotto l’albero di Natale per chi si è «dimenticato» di pagare multe e tributi locali. Anche questa volta, il Comune è intenzionato a dire no alla rottamazione bis. «L’indirizzo — spiega l’assessore Roberto Tasca — è quello già espresso quando dicemmo no alla prima definizione agevolata. Ci pare serio mantenere la coerenza e non cedere all’opportunismo».
Niente regalo sotto l’albero di Natale per chi si è «dimenticato» di pagare multe e tributi locali. Anche questa volta, Palazzo Marino è intenzionato a dire no alla rottamazione bis. La decisione finale spetterà al sindaco, Beppe Sala, ma l’orientamento è chiaro: «L’indirizzo di fondo — spiega l’assessore al Bilancio, Roberto Tasca — è quello già espresso quando dicemmo no alla prima definizione agevolata. E anche a fronte di un bilancio complicato ci pare serio mantenere la coerenza e non cedere all’opportunismo. In ogni caso, l’ultima parola spetta al sindaco Sala».
La decisione verrà formalizzata in giunta quando si darà il via al nuovo bilancio, ma prima bisognerà mettere mano al regolamento per la tassa di soggiorno e a quello della Tari. Fatto sta che anche questa volta il Comune non aderirà alla sanatoria bis prevista dal decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2018 che prevede agevolazioni per le entrate non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale notificati tra il 1° gennaio 2017 fino al 16 ottobre 2017. L’operazione consente ai contribuenti di versare senza sanzioni le contestazioni relative a entrate tributarie come ad esempio, Imu, Tasi, Tari, ma anche non tributarie. Si dovrà comunque chiarire l’effetto che il correttivo già approvato avrà sulle violazioni al codice della strada notificate sempre con ingiunzione di pagamento: rottamando la sanzione, infatti, si cancella la «multa» e resterebbero dovuti gli interessi.
Problematiche che però non riguardano le ingiunzioni di Palazzo Marino perché la definizione agevolata non è automatica: è infatti necessario un atto dell’ente locale o regionale che stabilisca oltre l’adesione, il numero di rate e la relativa scadenza, le modalità con cui il debitore manifesta la sua volontà di avvalersi della definizione agevolata e i termini per presentare l’istanza. E Milano aveva già detto un secco no alla prima rottamazione. Con parole molto simili a quelle attuali. «Con questa decisione — diceva Tasca a fine gennaio 2017 — il Comune afferma un principio sostanziale secondo cui il rapporto con i cittadini va costruito consolidando principi di equità e di legalità. Inoltre l’impegno diretto del Comune nella riscossione coattiva, che va ricordato è in vigore dal 2012, ha già portato a risultati importanti, che impongono uno sforzo ulteriore su questa strada».
Il Comune è impegnato direttamente nella procedura di riscossione e procederà senza sconti. Anche perché, come descriveva la delibera approvata a fine gennaio, la rottamazione incrinerebbe l’esistente rapporto di fiducia tra il Comune e i cittadini e le imprese, che deve fondarsi sulla certezza del diritto. «La decisione — riportava una nota di Palazzo Marino — è coerente con quanto operato in passato per le sanzioni fino al 2011. Dal 2012 il Comune si è impegnato nella riscossione coattiva. Oggi l’amministrazione è in grado di esercitare direttamente una funzione di recupero che in precedenza era interamente delegata ad Equitalia, perdendo ogni traccia del rapporto con i cittadini sanzionati. Secondo quanto indicato dalla giunta, il Comune è deputato a ripristinare il rispetto degli obblighi per chi incorre in sanzioni e l’adesione alla definizione agevolata indurrebbe i cittadini che non adempiono ai propri obblighi a perseverare in comportamenti opportunistici contrari alla convivenza sociale».
In realtà, una «minisanatoria» il Comune l’aveva fatta ma riguardava solo chi aveva un ricorso pendente con Palazzo Marino per il pagamento di Ici, Imu, Tari, Tasi, Tares, Tarsu, Icp (imposta comunale sulla pubblicità) e imposta di soggiorno. Chi ha aderito (il termine ultimo era il 2 ottobre) ha potuto saldare il dovuto con gli interessi evitando però sanzioni e mora. Una manovra che avrebbe portato nelle casse del Comune una cifra che si aggira intorno ai 20 milioni di euro visto che i contenziosi aperti erano più di duemila.
La filosofia Anche a fronte di un bilancio complicato ci pare serio mantenere la coerenza e non cedere all’opportunismo