Corriere della Sera (Milano)

Maroni, a rischio la sua lista civica

Nel 2013 la lista del presidente aveva ottenuto il 10%. Forza Italia preme per togliere competitor dalla scheda

- Marco Cremonesi

Il giorno della «quarta gamba». Oggi il governator­e Roberto Maroni incontrerà gli esponenti dell’area centrista e Stefano Parisi per discutere dell’alleanza che lo sosterrà alle Regionali 2018.

Prima vittima del confronto, potrebbe essere proprio la Lista Maroni. Quella che nel 2013, con la sua ricca dote del 10%, condusse un centrodest­ra nel suo momento di massima debolezza alla riconferma dopo la lunga stagione di Roberto Formigoni. Ora, i tempi sono cambiati: il centrodest­ra pare avere il vento nei sondaggi e la lista del governator­e potrebbe non essere più considerat­a necessaria. Forza Italia, in particolar­e, sarebbe assai più felice di un competitor in meno sulla scheda elettorale.

Gli uomini di fiducia del presidente confluireb­bero, appunto, nella cosiddetta «quarta gamba» del centrodest­ra. Una lista composta dagli ex di Alleanza popolare e, probabilqu­adro mente, anche da «Energie per l’Italia», il partito fondato da Stefano Parisi. Resta da capire se in Lombardia esisterà una presenza elettorale di Fare! il movimento lanciato dall’ex sindaco di Verona Flavio Tosi che lo scorso ottobre ha aperto il suo circolo milanese. Fuoriuscit­o dopo vibranti polemiche dalla Lega, è dunque pochissimo amato dagli ex compagni di partito.

Se queste sono le prime indicazion­i per le regionali, il del centrodest­ra nei collegi maggiorita­ri è un po’ diverso. L’idea è quella che Lega e Forza Italia si dividano i 55 collegi. Forza Italia darebbe ospitalità nelle sue liste ai centristi, mentre la Lega farebbe lo stesso con gli uomini di Giorgia Meloni. Ma su questa strada esiste un ostacolo di non poco conto: Silvio Berlusconi. L’ex premier non sarebbe convinto dell’opportunit­à di formalizza­re l’asse sovranista, di spingere Fratelli d’Italia all’abbraccio con la Lega.

Intanto, a Palazzo Lombardia si ipotizza il possibile naufragio dell’election day tra Politiche e Regionali. Che piace al governator­e Maroni perché renderebbe la strada più complicata al suo competitor, Giorgio Gori. E così, nei calcoli, spunta la data del 29 aprile. Certo, sarebbe a ridosso del ponte del Primo maggio. Ma le antenne sono drizzate.

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