Barba, renne e campanelli «Così regaliamo il Natale ai bambini più sfortunati»
Quelli che in costume portano doni a domicilio «I bimbi mi chiedono: ma dove sono le renne?»
Barba bianca, vestito rosso e campana d’ottone. Anche quest’anno sarà una vigilia di Natale impegnativa. Per raccogliere offerte per la lotta alla distrofia muscolare Alessio Miragliotta consegna doni a domicilio travestito da Babbo Natale.
Non suona mai il campanello della porta. Si annuncia come vuole il ruolo, agitando la campana di ottone. In genere bastano un paio di tocchi, ma può capitare di dover scampanellare a lungo se in casa sono distratti. La scena poi (assicura lui), non cambia mai. Una mamma o un papà che si chiedono, ad alta voce, chi possa essere a quell’ora del- la vigilia e i bambini che si precipitano ad aprire. Il resto è magia allo stato puro. «Bocche spalancate per la sorpresa, voci che non riescono a trovare la strada, felicità assoluta», elenca Babbo Natale. Lui tiene in mano la letterina che gli hanno scritto, loro la riconoscono immediatamente e, a quel punto, esplodono. «L’hai ricevuta, esisti davvero!», dicono. Neanche il tempo di entrare, ed ecco, il secondo quesito. «Dove sono le renne?». Lui improvvisa a seconda della situazione, fidandosi dell’intuito. «Le ho parcheggiate ai giardinetti». Oppure: «Mi dispiace, le posso vedere solo io. Sapete, stanno mangiando i biscotti che avevate preparato».
Alessio Miragliotta ha appena compiuto 40 anni. Questo 24 dicembre sarà la diciottesima volta che indossa il costume rosso e la barba bianca di Babbo Natale e gira per Milano a distribuire i regali (consegnati con anticipo dai genitori). Ha iniziato nel 2000, mentre era obiettore di coscienza alla Uildm, Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare. «Sono loro a organizzare l’iniziativa, per raccogliere fondi. Ho provato e.. non ho più smesso», dice. Il debutto, allora, fu faticoso. «Non ero preparato, avevo assistito a un’unica consegna, mi mandarono all’Ospedale Buzzi», ricorda. «Nel sacco avevo i doni per cinque bambini, appena misi piede in reparto mi trovai circondato, ci volle un bel lavoro di fantasia per convincere chi rimaneva senza pacchetto che sarei tornato dopo poche ore».
Consegne avventurose? Miragliotta non deve neanche fare la fatica di pensarci: quella sul terrazzo, al decimo piano. «Avevano creato, con delle candeline, una pista d’atterraggio luminosa, dissi ai piccoli che la slitta grazie al loro aiuto, aveva trovato facilmente la strada». Una volta si è presentato con un cucciolo di cane di pochi mesi in braccio. «L’emozione è comunque sempre la stessa, indipendentemente dai regali», assicura, «per loro e anche per noi». Poi rivela che madri e padri ne approfittano, e avanzano richieste. «La prego, gli faccia promettere di assaggiare le verdure!».
Mai successo che un bambino avesse un dubbio? «Eccome, quante volte mi sento dire: perché l’anno scorso eri più alto, più magro, avevi gli occhi azzurri .... ? Il bello è anche tirarsi fuori da situazioni apparentemente non facili».
Insieme al suo equipaggio — la renna-autista e l’elfo aiutante, unici ruoli possibili per le donne —, Miragliotta effettua in media otto consegne ogni 24 dicembre. Iniziano alle sette di sera, ultima casa a mezzanotte. Negli anni ha trascinato diversi colleghi, molti amici e il fratello Cristian, da sempre in coppia con la fidanzata, oggi moglie. «È un’avventura meravigliosa, che ti permette anche di rivivere l’incanto del Natale che crescendo si perde», fanno sapere. E aggiungono: «C’è ancora tempo per candidarsi».