«Gli istituti delle periferie devono attrarre più italiani»
La vicesindaco Anna Scavuzzo
«È allo studio il riordino dei bacini di utenza delle scuole e rilanceremo gli istituti delle periferie perché attraggano più italiani e si eviti così l’isolamento degli alunni stranieri». Questo l’impegno annunciato dalla vicesindaco Anna Scavuzzo dopo la pubblicazione dello studio del Politecnico, svolto in collaborazione con il Comune, sulla «segregazione scolastica».
Il Comune interviene per evitare classi con l’80 per cento di stranieri?
«Sì. La percentuale deve scendere a limiti ragionevoli, sotto il 50%, altrimenti l’inclusione è difficile. Anche nelle scuole omogenee, dove ci sono quasi esclusivamente alunni italiani, non c’è arricchimento. Lo abbiamo visto dai test Invalsi che il rendimento sale dove le classi sono miste».
Come pensate di raggiungere quest’obiettivo?
«A causare la segregazione sono le scelte degli italiani, che si spostano in scuole più centrali o nelle private. Dobbiamo portare eccellenza nelle scuole di periferia, come abbiamo fatto alla Riccardo Massa a Bonola che è diventata scuola Montessori. Puntiamo anche sull’edilizia scolastica, sulla struttura e sui servizi, abbiamo appena inaugurato la biblioteca progettata dal Politecnico in via Sapri».
Per una distribuzione degli stranieri più equilibrata i presidi chiedono di ridefinire i bacini delle scuole.
«Ci stiamo lavorando, perché la città è cambiata. I bacini però non sono prescrittivi, i genitori possono scegliere dove iscrivere i figli e tanti preferiscono la scuola della zona in cui lavorano rispetto a quella in cui risiedono. E questa libertà riduce le nostre possibilità di pianificazione».
Quando cambierà la mappa delle scuole di zona?
«I nuovi bacini e il nuovo piano di dimensionamento sarà pronto entro la fine del 2018 ed effettivo dall’anno scolastico 2019-20».
L’obiettivo L’inclusione è possibile solo dove la presenza straniera è inferiore al 50% Lavoriamo per questo