«La prevalenza di immigrati specchio delle realtà abitative»
La direttrice lombarda Delia Campanelli
Delia Campanelli, direttore dell’Ufficio scolastico della Lombardia, a Milano più scuole segnalano che non possono accogliere gli alunni stranieri perché hanno classi sovraffollate. Chiedono di poter aprire sezioni meno numerose.
«Le deroghe sul numero di alunni per classe sono già possibili, realizzate di concerto con le istituzioni cittadine. La quota minima e massima di iscritti può essere modificata, l’incremento o la riduzione però deve essere pari al 10%. Alle elementari comunque si possono aprire classi anche di quindici bambini, alla scuola dell’infanzia il minimo è di 18 come alle medie e si può scendere ancora».
Secondo i presidi la pressione è alta anche perché gli stranieri sono concentrati in alcuni istituti, come mostra uno studio di Politecnico e Comune.
«Non monitoriamo questo aspetto. Il rilevamento del ministero dell’Istruzione è sul numero di alunni stranieri per provincia, non per istituto».
La ricerca ha mostrato che il rendimento cala quando si supera la soglia del 30% di stranieri per classe. Qual è l’indicazione del ministero ?
«Non andrebbe superato il tetto del 30% e questo limite è ribadito anche nell’ultima circolare di novembre sulle iscrizioni per il 2018-19».
In diverse scuole di Milano quella percentuale è più che raddoppiata.
«I presidi devono evitare squilibri numerici ma l’indicazione del 30% va contemperata con le singole realtà territoriali. La concentrazione degli alunni stranieri è conseguenza della dislocazione abitativa delle famiglie».
I servizi di accoglienza per gli stranieri neoarrivati chiedono al ministero di completare la raccolta dei dati, che avviene soltanto a gennaio e non oltre.
«Potrebbe essere utile studiare un aggiornamento periodico di questa anagrafe». ( f.c.)
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