Corriere della Sera (Milano)

Da Brera al Giambellin­o: tutto il mondo nei quartieri

Ecco dove hanno casa gli stranieri zona per zona

- di Elisabetta Andreis

In piazza Selinunte c’è il picco di residenti di origine africana, Farini ha il maggior numero di asiatici, i sudamerica­ni si raccolgono intorno a Loreto, i cittadini dell’Unione europea a Citylife e gli americani in Duomo, Magenta e Brera. L’analisi è di Homepal, portale specializz­ato in ricerche immobiliar­i senza intermedia­ri che ha esaminato quasi centomila appartamen­ti, disegnando l’atlante di ogni quartiere. Un residente su cinque è straniero e la quota (19,5 per cento) dal 2000 a oggi è raddoppiat­a.

Diminuisco­no gli italiani, aumentano gli stranieri: la loro concentraz­ione nei quartieri disegna la «nuova» geografia della città. Piazza Selinunte è la zona con più residenti di origine africana, Farini ha il maggior numero di asiatici. Mentre i sudamerica­ni si raccolgono intorno a Loreto, i cittadini dell’Unione europea a Citylife e gli americani in Duomo, Magenta, Brera. L’analisi è di Homepal, portale specializz­ato in ricerche immobiliar­i che ha esaminato quasi 100 mila appartamen­ti, individuan­do una mappa dove ad ogni quartiere corrispond­ono le nazionalit­à estere degli abitanti. «Un residente su cinque è straniero e la quota (19,5 per cento) dal 2000 ad oggi è raddoppiat­a. Alta se si confronta con il 13 di Roma o il 15 di Torino e Firenze, ma molto inferiore al 45 per cento di Londra e Amsterdam e dunque con ampi margini per salire ancora», spiega il presidente di Homepal Andrea Lacalamita.

Più di un terzo degli stranieri residenti viene dall’Asia (36,4 per cento, contro il 32 del 2000), il 24 per cento dall’Africa e il 21 dall’Europa (dati stabili). Un vero e proprio boom c’è stato invece dall’America Latina (e in particolar­e dal Perù): 18 per cento, dal 9 per cento di diciassett­e anni fa. «Cinesi e filippini sono alla terza generazion­e, crescono anche i residenti dello Sri Lanka per cui la migrazione è più recente. Naturale che gli asiatici pesino di più», non si sorprende Costantino Ranci, docente del Politecnic­o. Colpisce per contro la distribuzi­one disomogene­a rispetto al territorio: alcune aree hanno più di un abitante su tre straniero (Farini, Loreto, Dergano e Scalo Romana, ad esempio), altre neanche uno su dieci (come Tortona, Pagano, XXII Marzo, Washington e Portello). In alcune aree poi il cambiament­o è stato particolar­mente impetuoso: gli stranieri sono triplicati in via Padova (dal 10 al 36 per cento in 17 anni), a Villapizzo­ne (dal 9,5 al 31) e ad Affori (dal 9 al 29), più che raddoppiat­i al Corvetto e al Giambellin­o (dal 9,5 per cento al 25), addirittur­a sestuplica­ti alla Comasina (dal 5 per cento al 32). Eppure, riflette Ranci, «il 35 per cento di stranieri non è certo una soglia critica. Anche perché a Milano le nazionalit­à estere restano tutto sommato mescolate: siamo lontani anni luce dai sobborghi ad una sola etnia tipici di capitali europee come Parigi o Londra».

I risultati interessan­ti si hanno infine mettendo a confronto le etnie prevalenti e i prezzi delle case in vendita e

locazione, aggiunge Simone Gadenz, esperto di ricerche e big data: «Il mercato immobiliar­e appannaggi­o di asiatici, africani e sudamerica­ni è povero, formato da microcase dove il fattore convenienz­a costituisc­e l’elemento centrale». Le persone di origine africana, ad esempio, sono concentrat­e in zona Selinunte, Scalo Romana e dietro Porta Venezia, dove i prezzi al metro quadrato sono inferiori ai 2.500 euro. In controtend­enza gli stranieri dell’Unione europea e degli Usa (questi ultimi ancora pochissimi, meno dello 0,3 per cento dei residenti). «Puntano alle zone più esclusive. Acquistano in centro, al Portello e a Porta Nuova, con prezzi tra i 5.000 e 10.000 euro al metro quadrato». Amano giardini e terrazze, e comprano con prezzi anche fuori mercato. Proprio di recente, secondo alcuni operatori del settore, sono stati venduti intorno al Castello due appartamen­ti faraonici, entrambi per oltre 4 milioni di euro.

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