Bottega Borghi: l’ultimo cappello
Chiude il negozio di Borghi: «Ho lavorato anche per Elisabetta II»
Ultimo Natale per il cappellaio di via dei Piatti. La bottega storica di Lorenzo Borghi chiuderà ad aprile. Tra i clienti più celebri del negozio, la regina Elisabetta II e la stilista Krizia.
È l’ultimo Natale da cappellaio per Lorenzo Borghi. La bottega di via dei Piatti ha i mesi contati. I cappelli usciranno dal laboratorio fino ad aprile, poi un altro capitolo della moda milanese si chiuderà. Negli stessi giorni in cui l’alessandrina Borsalino lotta per sopravvivere Borghi si è arreso alla fatica dei suoi 77 anni, 65 dei quali passati a tagliare e cucire. «Sto avvisando tutti — racconta —. Un cliente da Addis Abeba mi ha chiesto dodici cappelli».
Il primo della serie è appeso nel retro del negozio, con i modelli in legno che danno forma ai copricapi. «Li vede? Ne ho centinaia. Li ha fatti un falegname di Firenze, ora anche lui ha smesso». Mentre la moglie Rosangela applica un nastro a un berretto, il titolare passa in rassegna gli strumenti del mestiere. Il feltro da tagliare secondo disegni che ormai conosce a memoria, la macchina del caffè riadattata a vaporiera, il forno sempre acceso. Ogni pezzo può richiedere dal paio d’ore all’intera giornata per il confezionamento: «Ho marchesi, conti e perfetti sconosciuti nell’elenco. Per me sono tutti uguali». Compresa la corte della regina Elisabetta II, per cui ha creato copricapi turchese e salmone.
Clienti privati, oggi. La collaborazione con le case di moda è finita da un po’. Tra i «grandi», il ricordo di Krizia fa ancora brillare gli occhi all’artigiano. «Mariuccia era una vera stilista». E riaffiorano aneddoti, come «quella bombetta meravigliosa che era preoccupata ci copiassero a Parigi». Fatica a chiudere, Borghi, è un passo che rimanda da tempo. Non lo aiuta la recente scomparsa della figlia e la difficoltà nel trovare qualcuno che affitti il negozio.
«I cinesi sono venuti due volte. Prima volevano rilevare la bottega e anche il mio nome, poi fare un centro massaggi». Un moto d’orgoglio ha bloccato le trattative. In questi mesi capirà come muoversi. Intanto già promette ai più affezionati clienti i modelli di legno, eredità artistica. «Ne vuole uno? Passi a gennaio. In casa sua starà bene».