Guenzati, ultimo appello Petizione da mille firme e lettera a Franceschini
Traguardo a marzo, poi lascerà via dei Mercanti. Appello al governo
Compie 250 anni la Ditta Guenzati, sfrattata da piazza Cordusio. Per Vittorio e Luigi Ragno, padre e figlio alla guida del negozio, specializzato in accessori per abbigliamento e tessuti anglosassoni, si sono mossi il Fai, gli Amici delle botteghe storiche con una petizione su Change.org (mille firme in tre giorni) e Confesercenti, che si appella al ministro Franceschini.
Mille firme raccolte in soli tre giorni su change.org per la «Ditta Guenzati». Intanto, Confesercenti si appella al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, il quale in una recente intervista aveva sottolineato il ruolo di «vitalità, bellezza e identità» dei negozi storici per i centri storici italiani. L’ultimo incontro, prima di Natale, con Assicurazioni Generali — proprietaria dello stabile di piazza Cordusio che ospita la bottega da 249 anni — è andato male. Nessuna ulteriore proroga allo sfratto. Il negozio più antico della città ha ancora tre mesi di vita. Potrà cioè festeggiare in via Mercanti il suo 250esimo compleanno. Poi dovrà traslocare. Ed è tramontata anche l’opzione di spostare le vetrine poco distante nello stesso stabile, che era stata ventilata un anno fa. In molti si sono mobilitati in questi ultimi dodici mesi. A cominciare dal Fai che l’ha inserito tra i «Luoghi del cuore». Dove è risultato il più votato in Lombardia e in Italia.
Andrea Painini, presidente di Confesercenti Milano, spiega: «Si parla molto della protezione e valorizzazione dei negozi storici a Milano ma rischia di passare sotto silenzio questa vicenda gravissima. Con il trasferimento dei loro uffici a Citylife, ora Generali vuole affittare l’immobile a marchi internazionali del fashion».
Il via vai nel negozio che profuma di antico, con i suoi mobili in legno massiccio senza tempo, semplici e funzionali e soprattutto fatti su misura, è continuo. C’è chi entra solo per un saluto e per sapere se è stato fermato il conto alla rovescia. Vittorio e Luigi Ragno, padre e figlio, sorridono ma il loro è un sorriso amaro. Vittorio, aveva 31 anni, era un giovane uomo quando nel 1968 i precedenti proprietari, i fratelli Tomegno, decisero di lasciare l’attività e di regalarla ai commessi più meritevoli. Com’era tradizione dei Guenzati. A patto che il negozio custodisse il nome dei fondatori. Ferruccio Patti di «Sos impresa» aggiunge: «Non li abbandoneremo, sono un pezzo di storia della città». L’ultima testimonianza della vecchia Cordusio. La Ditta Guenzati è il più antico ne- gozio specializzato in accessori per abbigliamento e tessuti anglosassoni, le sue radici risalgono al Ducato di Milano dove Giuseppe — era il 1768 — fondò la ditta trovando una sede in via dei Fustagnari 1. Poi il trasloco nel seicentesco Palazzo Guenzati, che sarà demolito e ricostruito dal nuovo proprietario negli anni Sessanta del secolo scorso, e cioè le Assicurazioni Generali. Per la «bottega» sarà trovata una collocazione poco distante, nell'adiacente Palazzo Venezia.
La ditta viene trasmessa di padre in figlio fino al 1876, quando Rosa Casati Guenzati decide di passare il testimone ai due commessi più meritevoli. Sono Giovanni Battista Tomegno e Luigi Meda. Lavorano insieme molti anni, poi Luigi lascia e la gestione rimane ai Tomegno. Così per altre generazioni fino agli anni Sessanta, appunto, quando arriva il turno di Vittorio Ragno e del collega Angelo Moretti. I due si concentrano sulla importazione dei tessuti di qualità di fabbricazione anglosassone. Sono molte le tracce del passato, a cominciare dall'imponente bancone dove per secoli sono stati misurati i tessuti.
Ci sono due tacche ben visibili, incise alla distanza di 92 centimetri l'una dall'altra. Furono fatte negli anni Quaranta, quando Milano era occupata dalle truppe alleate e nel negozio arrivavano i militari americani per acquistare scampoli delle prestigiose stoffe da portare a casa come souvenir dall'Europa. La metrica europea, ricordano qui, era però un ostacolo insormontabile e i commessi ricorsero alla misura in iarde per accontentare la nuova clientela. Non deve stupire se al censimento del Fai hanno risposto in tanti e tra questi anche il presidente della Scottish Tartans Autority.
Luigi non perde le speranze: «Il sostegno della comunità è commovente. La petizione degli amici delle botteghe storiche è solo l'ultimo esempio del sostegno che ci viene dato».
Tradizione
Si parla molto della protezione delle botteghe antiche, ma ora l’obiettivo è affittare il palazzo a grandi marchi del fashion