Altro blitz nel bosco della droga, pusher al lavoro anche a Natale
Maxi-controlli dei carabinieri a Rogoredo. Non si ferma l’attività di spaccio. Da gennaio già 7 morti per overdose
In coda per comprare cocaina ed eroina alla vigilia. E anche a Natale. E così sarà pure alla mezzanotte del 31 dicembre: il bosco della droga di Rogoredo ha ormai superato ogni confine. Tutto può succedere e infatti succede. Non è un caso che proprio in questi giorni i controlli dei carabinieri, «insistendo» sull’area compresa fra le vie Sant’Arialdo, San Dionigi e Fabio Massimo, e la zona di via Orwell lungo i binari, hanno «generato» il controllo di 127 persone, il deferimento di due soggetti per inosservanza delle norme di soggiorno e per evasione, nonché la «registrazione» di decine di tossici arrivati per la dose. Gli stessi carabinieri e i poliziotti, ricorrendo a personale di rinforzo da altri uffici, si alternano nei servizi di contrasto, che sono sì numerosi ma che non risolvono il problema come qualcuno, fra i diretti protagonisti all’interno delle stesse forze dell’ordine, sa bene. Senza una politica — e a monte una presa di coscienza — su ampia scala, la repressione produce poco. Del resto i «clienti» non restano impressionati dai dispositivi di sicurezza: «memorabile» la scena di un tossico che si iniettò direttamente nelle parti intime davanti agli agenti impegnati a perquisire gli spacciatori; e spacciatori che, figli della galassia nordafricana di irregolari e pregiudicati, continuano imperterriti, certi della massiccia domanda dei drogati i quali non vengono fermati nemmeno dalla morte: da gennaio ci sono stati già sette decessi per overdose. E sono, s’intende, soltanto i casi accertati.