Corriere della Sera (Milano)

E Caravaggio gonfia i numeri di Palazzo Reale

- di Francesca Bonazzoli

Oltre due volte la capienza del Meazza: con più 173 mila visitatori, incremento record nelle principali sedi espositive del Comune. Solo Palazzo Reale ha visto una crescita quasi del 30%. L’assessore alla Cultura Del Corno: la nostra linea editoriale per la costruzion­e dei programmi è riassumibi­le in due parole, ricerca e divulgazio­ne.

Più 173 mila visitatori. Ossia oltre due volte la capienza dello stadio di San Siro. È l’incremento record di visitatori nelle principali sedi espositive del Comune di Milano conquistat­o nel 2017 con un 16,5 per cento in più rispetto al 2016. In particolar­e, Palazzo Reale ha visto aumentare i visitatori del 28,9 per cento.

Nel 2016 l’offerta nelle principali sedi espositive (Palazzo Reale, Pac, Palazzo della Ragione, Museo di Storia naturale e Palazzo Marino) aveva attratto più di un milione 46 mila visitatori. Nel 2017 la cifra, certificat­a al 17 dicembre scorso, è salita a oltre un milione 169 mila, cui si dovranno aggiungere altre 50 mila presenze calcolate in proiezione fino al 31 dicembre.

Un ottimo bilancio, dove non è facile mettere ordine per capire i gusti dei milanesi. Le mostre, infatti, partono prudenti e se il passaparol­a funziona raggiungon­o picchi di affluenza nelle ultime settimane di apertura. Così, per esempio, può sorprender­e che il record dell’affluenza media giornalier­a è detenuto dagli ultimi dieci giorni della mostra dedicata lo scorso anno a Giotto: 2124 visitatori al giorno contro i 1997 dell’esposizion­e di Caravaggio in corso, che però si sta posizionan­do come la mostra più visitata subito prima di quella dedicata a «Escher».

Se Caravaggio e Giotto sono due nomi noti a tutti fin dai banchi di scuola, Escher e Hokusai si sono rivelati una sorpresa. «La linea editoriale che ci siamo dati per la costruzion­e dei programmi è riassumibi­le in due parole: ricerca e divulgazio­ne», spiega l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. «La maggior parte dei progetti nasce su nostro im-

pulso in collaboraz­ione con soggetti privati. Molte volte è il curatore stesso che sottopone un’idea e poi la sviluppa in sinergia con noi. Altre volte alla base ci sono le relazioni fra le istituzion­i: Palazzo Reale gode di ottima reputazion­e internazio­nale, così la mostra di Toulouse Lautrec è stata costruita col museo dell’artista ad Albi. Poi ci sono i progetti creati appositame­nte per i palinsesti lanciati ogni anno come la mostra su Carrà per il 2018 dedicato al Novecento».

Palazzo Reale è aperto 365 giorni all’anno. Il costo digestione varia trai 4 e i 5 milioni di euro per le spese correnti. «È autosuffic­iente grazie agli incassi che rientrano dalle royalties della biglietter­ia».

Dal 1993 al comando di questa macchina, che deve essere perfettame­nte rodata per tenere il passo con norme nazionali e internazio­nali sempre più complesse per la sicurezza del pubblico e la tutela delle opere, c’è Domenico Piraina. «In tanti anni non abbiamo mai avuto un furto o un danno e ci siamo costruiti una reputazion­e presso tutti i prestatori internazio­nali. Anche in assenza di una collezione permanente che consente lo scambio di opere, non abbiamo mai avuto un rifiuto e ogni anno intratteni­amo rapporti con circa 800 musei. Il 2017 è stato un anno mirabile per il successo di pubblico, ma quando si ha un afflusso così sostenuto bisogna essere bravi nella gestione degli accessi. Abbiamo dei vincoli di sicurezza molto stringenti. Finora ci siamo riusciti grazie all’esperienza dei custodi».

Piraina non ha dubbi: «Fino a qualche anno fa il nostro competitor erano le Scuderie del Quirinale di Roma. Ormai, però, non c’è più gara».

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Scatti La mostra del fotografo americano James Nachtway in corso a Palazzo Reale è fra le più visitate
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