E Caravaggio gonfia i numeri di Palazzo Reale
Oltre due volte la capienza del Meazza: con più 173 mila visitatori, incremento record nelle principali sedi espositive del Comune. Solo Palazzo Reale ha visto una crescita quasi del 30%. L’assessore alla Cultura Del Corno: la nostra linea editoriale per la costruzione dei programmi è riassumibile in due parole, ricerca e divulgazione.
Più 173 mila visitatori. Ossia oltre due volte la capienza dello stadio di San Siro. È l’incremento record di visitatori nelle principali sedi espositive del Comune di Milano conquistato nel 2017 con un 16,5 per cento in più rispetto al 2016. In particolare, Palazzo Reale ha visto aumentare i visitatori del 28,9 per cento.
Nel 2016 l’offerta nelle principali sedi espositive (Palazzo Reale, Pac, Palazzo della Ragione, Museo di Storia naturale e Palazzo Marino) aveva attratto più di un milione 46 mila visitatori. Nel 2017 la cifra, certificata al 17 dicembre scorso, è salita a oltre un milione 169 mila, cui si dovranno aggiungere altre 50 mila presenze calcolate in proiezione fino al 31 dicembre.
Un ottimo bilancio, dove non è facile mettere ordine per capire i gusti dei milanesi. Le mostre, infatti, partono prudenti e se il passaparola funziona raggiungono picchi di affluenza nelle ultime settimane di apertura. Così, per esempio, può sorprendere che il record dell’affluenza media giornaliera è detenuto dagli ultimi dieci giorni della mostra dedicata lo scorso anno a Giotto: 2124 visitatori al giorno contro i 1997 dell’esposizione di Caravaggio in corso, che però si sta posizionando come la mostra più visitata subito prima di quella dedicata a «Escher».
Se Caravaggio e Giotto sono due nomi noti a tutti fin dai banchi di scuola, Escher e Hokusai si sono rivelati una sorpresa. «La linea editoriale che ci siamo dati per la costruzione dei programmi è riassumibile in due parole: ricerca e divulgazione», spiega l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. «La maggior parte dei progetti nasce su nostro im-
pulso in collaborazione con soggetti privati. Molte volte è il curatore stesso che sottopone un’idea e poi la sviluppa in sinergia con noi. Altre volte alla base ci sono le relazioni fra le istituzioni: Palazzo Reale gode di ottima reputazione internazionale, così la mostra di Toulouse Lautrec è stata costruita col museo dell’artista ad Albi. Poi ci sono i progetti creati appositamente per i palinsesti lanciati ogni anno come la mostra su Carrà per il 2018 dedicato al Novecento».
Palazzo Reale è aperto 365 giorni all’anno. Il costo digestione varia trai 4 e i 5 milioni di euro per le spese correnti. «È autosufficiente grazie agli incassi che rientrano dalle royalties della biglietteria».
Dal 1993 al comando di questa macchina, che deve essere perfettamente rodata per tenere il passo con norme nazionali e internazionali sempre più complesse per la sicurezza del pubblico e la tutela delle opere, c’è Domenico Piraina. «In tanti anni non abbiamo mai avuto un furto o un danno e ci siamo costruiti una reputazione presso tutti i prestatori internazionali. Anche in assenza di una collezione permanente che consente lo scambio di opere, non abbiamo mai avuto un rifiuto e ogni anno intratteniamo rapporti con circa 800 musei. Il 2017 è stato un anno mirabile per il successo di pubblico, ma quando si ha un afflusso così sostenuto bisogna essere bravi nella gestione degli accessi. Abbiamo dei vincoli di sicurezza molto stringenti. Finora ci siamo riusciti grazie all’esperienza dei custodi».
Piraina non ha dubbi: «Fino a qualche anno fa il nostro competitor erano le Scuderie del Quirinale di Roma. Ormai, però, non c’è più gara».