Il nome di Marchesi resterà alla Scala
Il suo ristorante si aggiudica il bando fino al 2028. Oggi al Dal Verme il saluto allo chef
L’ ultimo saluto di Milano a Gualtiero Marchesi inizierà questa mattina, alle 10: la camera ardente sarà allestita al teatro Dal Verme, messo a disposizione dal Comune. E proprio nelle ore del lutto per la scomparsa dello chef che ha reso grande la cucina italiana, arriva la notizia che la sua società avrà in concessione per ulteriori dieci anni la gestione del ristorante accanto al Teatro alla Scala.
Si parte, ma un poco, in fondo, si resta. Almeno con la memoria. Proprio nei giorni degli ultimi saluti a Gualtiero Marchesi, lo chef che ha reso grande la cucina italiana scomparso martedì sera a Milano per un arresto cardiaco dopo una lunga malattia, arriva la notizia che la sua società avrà in concessione per altri dieci anni la gestione del ristorante della Scala.
Oggi, dunque, a partire dalle 10 sarà allestita la camera ardente al Dal Verme, messo a disposizione dal Comune al posto della tradizionale sala Alessi a Palazzo Marino dove ancora in questi giorni è in mostra la pala d’altare di Tiziano. La camera ardente, dove alle 10.45 arriverà anche il sindaco Sala, sarà aperta nel teatro di via San Giovanni sul Muro fino a stasera alle 20 e poi ancora domani dalle 9 alle 10. I funerali, invece, si terranno alle 11 nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, a pochi metri dalla casa di Marchesi, in via Marcona, e dalla sede della Fondazione in via Bonvesin de la Riva. Dopo la cerimonia la salma sarà portata nella cappella di famiglia al cimitero di San Zenone Po (Pavia), il paese originario dei genitori, accanto a quella della moglie Antonietta, mancata a giugno scorso.
Nel frattempo proprio ieri mattina in Comune sono state aperte le buste della gara per la gestione del ristorante della Scala. E la società dello chef, la Marchesi srl, se l’è aggiudicata nuovamente. Il bando di gara, pubblicato a luglio, era molto selettivo: prevedeva una base d’asta di 200 mila euro annui (+3 per cento sul fatturato annuo), 55 punti per l’offerta tecnica — cioè notorietà del brand a livello internazionale, progetto, staff, premi e riconoscimenti, critica gastronomica, livello degli investimenti di ristrutturazione — e 45 punti al rialzo sulla base dell’offerta economica. «La gara ha preoccupato molto Marchesi fino all’ultimo», ha detto ieri Enrico Dandolo, genero dello chef e amministratore del gruppo Gualtiero Marchesi. Ma alla fine la società ha ottenuto 100 punti su 100, vincendo sulla proposta fatta dallo chef Marco Sacco del Piccolo Lago di Verbania. E così fino a marzo 2028 alla Scala ci sarà ancora il ristorante Marchesi. Con importanti novità: «Ospiteremo il marchio francese Ladurée — spiega Dandolo — e i suoi macaron che, contrariamente a quello che si pensa, sono nati in Italia e sono stati portati in Francia da Caterina de’ Medici a metà del Cinquecento». In cambio, loro serviranno i piatti bandiera di Marchesi, dal riso oro e zafferano al raviolo aperto, in alcuni dei 28 ristoranti Ladurée in giro per il mondo.
«Un modo per continuare a portare la filosofia dello chef anche fuori dall’Italia». Il progetto prevede anche la ristrutturazione dei locali: «La parte del ristorante sarà rinnovata, faremo invece una vera e propria pasticceria al posto della semplice caffetteria di oggi».
Intanto c’è chi si unisce all’appello di alcuni allievi di Marchesi che avevano chiesto alla città di Milano di dedicargli una via. Ultimo è Nicola Cesare Baldrighi, a nome del Consorzio Grana Padano. «Milano dedichi una strada o un luogo pubblico a Gualtiero Marchesi come segno di gratitudine a un grande milanese, ambasciatore positivo e vincente della sua città, della Lombardia e più in generale dell’intero Paese a livello internazionale». Un invito, questo, che «può essere colto da tutti coloro, noi compresi, che in Italia hanno beneficiato della spinta propulsiva inventata dalla genialità di Gualtiero Marchesi».