Studenti sospesi I lavori utili vanno di moda
Sempre più diffuso il metodo di convertire la punizione in opere per la comunità Consegna di pasti, pulizie, aiuti a disabili e anziani. Il problema della sorveglianza
Servire i pasti caldi alla mensa per poveri, affiancare ragazzi disabili nello studio, preparare pacchi alimentari per i più bisognosi: sempre più scuole milanesi scelgono la via della solidarietà per rimettere in riga gli studenti indisciplinati. È un’altra via di redenzione all’adolescente responsabile di insulti, vandalismi o bullismo.
Durante l’intervallo Marco aveva passato uno spinello al compagno che, dopo aver fumato, si era sentito male. Sospeso, il ragazzo ha trascorso alcune ore al pomeriggio a servire i pasti caldi alla mensa per poveri. Lucia aveva offeso la professoressa, e non era la prima volta. La sanzione? Affiancare ragazzi disabili nello studio. Fabrizio aveva aperto l’estintore nel corridoio al primo piano. Ha scontato la sua colpa, preparando pacchi alimentari per i più bisognosi.
L’antidoto solidarietà
Sempre più scuole milanesi scelgono la via della solidarietà per rimettere in riga gli studenti indisciplinati. Come nel caso della provincia Lodi (raccontato ieri sulle pagine del
Corriere), dove tutti i 28 studenti sospesi dalle scuole locali sono stati mandati al Centro di raccolta solidale per il diritto al cibo a confezionare pacchi alimentari per i poveri, anche a Milano si stringono convenzioni con associazioni e onlus per offrire un’altra via di redenzione all’adolescente responsabile di insulti reiterati, di atti di vandalismo o bullismo: un’esperienza dalla parte degli ultimi per imparare a stare al mondo. A fare i conti con la responsabilità e il peso delle proprie azioni.
Una misura introdotta dal ministro all’Istruzione Giuseppe Fioroni nel 2007 e attuata un anno dopo dal suo successore, Mariastella Gelmini: «Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertire le sanzioni in attività in favore della comunità scolastica» come recita la norma. Finora avevano mantenuto questa eventualità all’interno della comunità stessa.
I casi «milanesi»
Agli studenti sospesi per avere occupato il liceo Tenca (sui Bastioni di Porta Volta) un anno fa era stato concesso di commutare il provvedimento in giornate a ripulire cortile, aula magna e palestra, sotto la vigilanza dei bidelli. Alcuni ragazzi del professionale Galilei-Luxemburg (tra San Siro e Baggio), segnalati per l’irruenza e il linguaggio non appropriato, hanno imparato la buona condotta aiutando ragazzi disabili durante le lezioni. Allievi del tecnico CurieSraffa (San Siro) sospesi per cattiva condotta hanno riverniciato le classi e rimesso in ordine l’ex laboratorio medico, ora utilizzato per attività scolastiche pomeridiane. Al classico Parini, in via Goito, un liceale era stato mandato in presidenza e biblioteca a fare lavoro di archivio. Ed è probabile che anche ai responsabili di avere danneggiato tre aule durante la scorsa festa di Natale, se saranno individuati tra gli studenti, verranno comminate sospensioni e possibili pene alternative.
Mediamente i licei sospendono uno o due ragazzi l’anno, gli istituti tecnici e professionali tra i cinque e i 20 studenti. La maggior parte dei sospesi accetta di tramutare la
sanzione in lavori socialmente utili. «Decidono collegialmente i consigli di classe dei ragazzi coinvolti — spiega il provveditore milanese Marco Bussetti — che devono tenere conto non solo del singolo episodio ma anche del contesto nel quale si è sviluppato. Resta fondamentale il patto con la famiglia».
Parole ai presidi
Ora dai lavori socialmente utili per la comunità scolastica si
Gli accordi vengono presi con enti non profit, da Exodus a Matteo 25 ad Aquilone
passa a quelli rivolti alla società. «I ragazzi responsabili di marachelle hanno bisogno di un bagno di realtà — afferma il dirigente del Tenca, Mauro Zeni — e l’impegno in attività promosse da enti non profit, da quest’anno previste nel regolamento disciplinare, può dare quella consapevolezza in più delle proprie azioni».
Il tecnico Torricelli ha avviato un accordo con la onlus Matteo 25 onlus di don Fabio Ferrario. «Lo studente, seguito da un educatore, serve piatti nella mensa per i poveri. Converte lo sbaglio in un’azione utile», afferma la dirigente Silvia Ferrari. Al professionale Brera-Lagrange, «gli allievi sospesi — dice la preside Neva Cellerino — sono stati presi in carico dalla Fondazione Aquilone e seguono un progetto di assistenza agli anziani. L’obiettivo è rendere la sanzione educativa». Il tecnico Molinari ha stretto accordi con la comunità Exodus di don Mazzi, con Officina Lavoro onlus e Centro italiano per la promozione della mediazione. «La scuola spesso è terreno di condivisione — afferma la preside Marzia Campione — e magari l’adolescente si vanta con i coetanei del proprio errore. Alcuni studenti hanno bisogno di stare fuori della scuola, nella società, per rendersi conto dell’effetto delle proprie azioni».
Ostacoli e risorse
Certo, non mancano le difficoltà in questo percorso. «La normativa paranoica sulla sicurezza — osserva il dirigente dello scientifico Volta, Domenico Squillace — non rende facile garantire tutte le tutele necessarie al ragazzo per una attività da svolgere in una realtà esterna». Andrea di Mario, alla guida del classico Carducci concorda: «I ragazzi che optano per attività alternative devono essere vigilati dal personale della scuola. Per farlo servono più risorse».
Le onlus