Corriere della Sera (Milano)

Tronchi a incastro e niente chiodi Arriva la moda delle case canadesi

Il maestro Dietmar Gänsbacher al lavoro in Lombardia. «Un abitare diverso»

- Leila Codecasa

Le sue mani scorrono sul tronco di abete, steso davanti a lui. Dietmar Gänsbacher lo aveva scelto mesi fa in un bosco della Carinzia, dritto e sano, più di quattordic­i metri, era perfetto. Aveva stabilito col boscaiolo quando tagliarlo, con la luna adatta, e se l’è fatto portare insieme a molti altri in cantiere a Borno pochi giorni fa. Ed ora è pronto a scorteccia­re, levigare, piallare. Dietmar è il guru italiano delle Blockbau, le case costruite interament­e in tronchi di legno,di almeno mezzo metro di diametro, incastrati l’uno sull’altro. Nessun chiodo. Niente colle. Solo tagli e incastri millimetri­ci realizzati con seghe e pialle, quasi a sigillare un tronco con l’altro, da terra sino al tetto. Una tecnica antica, importata dal Canada, quasi sconosciut­a in Italia. Ma non a Dietmar, ed i pochi mastri carpentier­i italiani esperti di quest’arte, meno di una decina in tutto, l’hanno imparata quasi tutti da lui. Tanto che la voce che è arrivato in Lombardia si è sparsa veloce e molti hanno voluto vedere all’opera quell’altoatesin­o di Renon, 57 anni, che ha studiato in Germania e da dodici anni tiene corsi e gira l’Italia e l’Europa, chiamato a costruire Blockbau su monti, altopiani, perfino vicino al mare.

Per questo suo primo lavoro in Lombardia ha fissato il quartier generale in un grande capannone a Borno, Valcamonic­a, per realizzare una casa da 150 metri quadrati, con soppalco, insieme al suo allievo Massimo Miorini. «È raro per me lavorare al chiuso, costruisco quasi sempre all’aperto su piazzali o aree trovate insieme al cliente. Perché la casa ha bisogno di spazio per salire tronco dopo tronco, incastro dopo incastro sino al tetto. Un lavoro lento, fino a vedere la casa completa, pronta da smontare e trasportar­e con bilichi sino alla sede definitiva, dove la ricostruia­mo su una gettata che fa da pavimento».

Altri tecnici pensano poi al riscaldame­nto, alle luci, all’acqua. Non sono tanti quelli che scelgono di abitare in una casa del genere «ma le richieste sono in crescita. Per la prima volta quest’anno non ho lavorato all’estero ma solo in Italia — spiega Dietmar -. Ed anche ne i prossimi mesi sarò in Lombardia per un altro cliente». E che il mercato sia in crescita lo conferma Pietro Goffi, responsabi­le commercial­e di Uni-cà, un gruppo di profession­isti con sede ad Andalo Valtellino che fornisce materiale e ha una squadra di carpentier­i esperti di Blockbau formati proprio da Dietmar. «Abbiamo davvero un aumento di richieste di preventivi e contatti negli ultimi mesi — racconta —. La gente apprezza sempre più le case totalmente naturali ma il segnale positivo è che la conoscenza delle Blockbau si sta diffondend­o anche tra architetti e ingegneri che stanno scoprendo le prestazion­i termiche, statiche e antisismic­he che offrono. Certo, sono case che ti invitano proprio ad un diverso modo di abitare, di viverci dentro, in definitiva di vivere. Sono case che ti portano da subito a rallentare: dal taglio dell’albero in poi si possono realizzare solo in modo slow, e con cura».

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