Navigli, via i barconi con la forza
I 120 mila euro di costo dell’operazione saranno addebitati ai titolari. Il Comune: la legge va rispettata Partito maxi-intervento di demolizione: durerà tre giorni. Lavori sospesi dall’Ats e poi ripresi
Al via la demolizione dei barconi lungo il Naviglio Pavese. Le operazioni sono partite ieri e richiederanno tre giorni di lavoro. Costo totale: 120 mila euro (che saranno addebitati ai proprietari). Nel pomeriggio è però arrivato il primo stop: gli ispettori Ats sono piombati sul cantiere allestito all’imbocco del Naviglio Pavese. I lavori sono ripresi in tarda serata.
L’alt alla demolizione è arrivato alle tre del pomeriggio. Gli ispettori Ats sono piombati sul maxi cantiere allestito all’imbocco del Naviglio Pavese. Al tramonto, i controlli per la sicurezza del lavoro non erano ancora terminati. A tradire le irregolarità del cantiere è stato il web, che dalle prime ore del mattino rilanciava il frenetico smantellamento dei barconi, parti integranti da decenni della scenografia del porto di Milano e indiscusse anime della movida sull’acqua.
Le operazioni sono riprese in serata. Dopo che, con il supporto dei tecnici della Ats, il Comune ha predisposto in tempi record il piano della sicurezza e nominato un responsabile. Il documento è indispensabile per il cantiere. Sulla carta le operazioni si dovrebbero concludere entro venerdì sera. «Mancavano i requisiti necessari richiesti dalla legge ma, consapevoli dell’impatto sulla città del cantiere che ha anche impegnato un considerevole numero di uomini delle forze dell’ordine, abbiamo collaborato perché potesse riprendere al più presto», ha spiegato Giorgio Ciconali, direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria Ats della Città Metropolitana.
La giornata nera per le storiche chiatte era iniziata presto, ieri. Alle cinque del mattino, sotto un cielo plumbeo che minacciava neve, l’area da piazza XXIV Maggio al piccolo ponte di via Gola era già stata isolata con i nastri bianchi e rossi. Tutt’attorno, polizia, carabinieri, agenti della polizia locale, protezione civile, vigili sommozzatori. Quattro dei cinque barconi venivano trascinati l’uno accanto all’altro, in fila per uno, svuotati dei loro arredi, scoperchiati pezzo dopo pezzo da un braccio meccanico, ridotti allo scheletro, pronti per essere sollevati dalla gru già montata all’ingresso della Ascanio Sforza, dopo la parziale demolizione, e caricati nottetempo su un mezzo eccezionale. Il quinto è la chiatta de «Le Scimmie», il primo ad attraccare a metà degli anni Ottanta e anche il primo a chiudere i battenti insieme allo storico locale due estati fa. È parcheggiato nelle acque sotto il controllo del Consorzio Villoresi e sarà trasferito via acqua.
Impresa quasi titanica a ben vedere. Che prevede anche il fermo dei tram durante le ore serali, la rimozione di cavi sospesi e di alcuni impianti semaforici. Operazione pianificata a tavolino nei dettagli. A partire dalla gara per selezionare l’impresa incaricata del trasloco dei barconi. Un appalto da 120 mila euro. Spesa anticipata dal Comune che, poi, presenterà il conto ai proprietari delle chiatte. Tutti i dettagli, a cominciare dalla tempistica salvo uno, quel benedetto piano della sicurezza.
Erano pochi ieri gli spettatori, inclusi i residenti le cui abitazioni s’affacciano sul corso d’acqua, che per anni hanno chiesto lo sfratto dei locali notturni galleggianti. «Si mette fine a questa querelle — ha detto l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza —. Si tratta di un’operazione imponente e, visto il possibile disagio per i cittadini, si è deciso di farla con le scuole chiuse e molti in vacanza».
Tiepido plauso dall’opposizione: « Meglio tardi che mai. Ora speriamo che la giunta Sala non impieghi altri 30 anni per contrastare il degrado dell’area», commenta il capogruppo degli azzurri Gianluca Comazzi . «Ci auguriamo che sia solo il primo passo verso la riqualificazione di una delle aree più amate, ma anche più danneggiate dalla movida selvaggia», gli fa eco il grillino Simone Sollazzo.
L’assessore Rozza «Si è deciso di fare l’operazione con le scuole chiuse e molti milanesi in vacanza»