Nei negozi è già Fridamania
A un mese dalla mostra dedicata a Kahlo dilagano nelle vetrine opere e gadget ispirati alla celebre pittrice messicana
Aun mese dall’apertura al Mudec della mostra dedicata alla pittrice messicana è già «Frida Kahlo-mania» in città. Dai libri a tema ai tessuti ispirati, le vetrine dei negozi rendono omaggio all’artista.
Manca ancora un mese all’apertura della grande mostra che dal 1 febbraio il Mudec dedicherà alla pittrice messicana Frida Kahlo, e a Milano è già scoppiata la «Frida-mania». Molte vetrine di negozi hanno velocemente sostituito slitte e Babbi Natale con gonne, orecchini, camice, cuscini, piatti, borse che riproducono il volto di Frida o particolari delle sue opere. Dal Natale al Messico in un batter d’occhio, perché anche quello della Kahlo è un culto con un business fiorente.
L’omaggio più elegante, per ora, viene dalla libreria Feltrinelli che ha allestito la vetrina centrale su viale Pasubio con un piccolo libro, una biografia di Frida, posato davanti a un immenso autoritratto della pittrice. Nel vicino negozio di High Tech, in piazza XXV Aprile, è invece un trionfo di tessuti, cuscini, ciotole, scatole, bicchieri, che partono dalla riproduzione fotografica delle opere e sconfinano nella generica evocazione di quel gusto «etnico» caro alla stessa pittrice che rivisitò l’arte popolare indigena e coloniale (per questo motivo abbondano i teschi che ricordano la festa del Dia de los muertos). Ma la parte del leone la giocano i negozi di abbigliamento che propongono un assortimento di magliette, gonne, orecchini, borse, sciarpe. Del resto ai vestiti «stile Frida» — gonne lunghe e ampie, tanta bigiotteria, colori accesi e a contrasto, scialli — sono dedicati decine di siti di commercio on line, segno di un successo planetario.
Volto-maschera con le sopracciglia foltissime, il labbro superiore scurito da una fitta peluria, la Kahlo ha costruito già in vita il personaggio di se stessa sulla sessualità ambigua, gli amanti, il doppio matrimonio con Diego Rivera, l’impegno patriottico e nel partito comunista. Nonostante l’interpretazione protofemminista della sua opera, il suo personaggio è stata mitizzato tanto che in Messico e tra le comunità ispano americane degli Stati Uniti è diventata una figura di culto, come nella città di confine di Tijuana, dove santa Frida protegge bambini, donne e mostre d’arte.
L’entusiasmo dei commercianti milanesi ha comunque preso in contropiede persino il produttore della mostra, 24
Ore Cultura, che aveva fissato per dopo le feste un incontro con Confcommercio con l’idea di invitare i negozianti ad assecondare il tema della rassegna attraverso vetrine a tema, magari lanciando un premio e collegando i negozi partecipanti attraverso un percorso. Non c’è stato il tempo. Molti commercianti sono già partiti e stanno rispondendo con un attivismo che non s’era visto nemmeno per Expo quando l’assessore alla Cultura, inascoltato, propose ai commercianti di addobbare le vetrine con le sei icone d’arte scelte per la manifestazione internazionale. L’esposizione Frida Kahlo.
Oltre il mito, programmata al Mudec dal 1 febbraio al 3 giugno, segue quella già organizzata a Milano al museo della Permanente nel 2004. Curata da Diego Sileo, specializzato in arte latinoamericana, riunirà oltre cento opere tra dipinti, disegni e fotografie. È un progetto frutto di sei anni di studi e ricerche che promette, anche grazie alla consultazione di inediti materiali di archivio come quello della nipote Isolda Kahlo o quello ritrovato nella Casa Azul, dimora dell’artista a Città del Messico, nuove chiavi di lettura dell’opera di Frida.