Bocciato dal Tar il commissario al Molina: torna Campiotti
Guerra di ricorsi e sentenze per decidere chi debba guidare la casa di riposo di Varese. Tanta attenzione si spiega solo con due parole: politica e soldi. Non si tratta infatti solo di una struttura per gli anziani, ma di una Fondazione che costituisce uno dei più grandi patrimoni dell’intera Lombardia, valutato circa quaranta milioni di euro, con venti milioni di fatturato annuo. La Ats aveva commissariato la Fondazione Molina dopo una commissione di indagine del Consiglio Regionale in cui era emerso che il consiglio di amministrazione nominato nel 2015, e guidato dal politico dell’Udc-Lega Civica Cristian Campiotti (ex assessore in Provincia), aveva concesso dei prestiti a imprenditori privati senza essere una banca o avere certificazioni per gestire operazioni finanziarie. La vicenda aveva scatenato un aspro scontro politico, soprattutto perché Campiotti aveva autorizzato un prestito di 450mila euro a un tv privata locale il cui editore è del suo stesso partito. Le polemiche sono state accompagnate anche dall’intervento della Guardia di Finanza e della procura di Varese, che su quei prestiti sta tuttora indagando. Campiotti ha fatto già due ricorsi. Al terzo, il Tar gli ha dato ragione. La sentenza stabilisce che la Fondazione Molina non poteva essere commissariata dalla Regione Lombardia (tramite la Ats del territorio), ma poteva farlo solo il sindaco di Varese, che per statuto nomina i vertici. Il commercialista ed ex commissario, Carmine Pallino, ha lasciato ieri gli uffici. E il politico Cristian Campiotti, il cui partito a Varese è oggi vicino al centrosinistra, è tornato al Molina un anno dopo la sua destituzione. Potrà annullare, se vorrà, tutti gli atti compiuti dal precedessore e tra questi vi è anche la convenzione per la casa di riposo dedicata ai cuochi ideata da Gualtiero Marchesi, il maestro di tutti gli chef di recente scomparso. La Ats però, a questo punto, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Una nuova puntata della vicenda che pare non riesca ad arrivare alla sua fine.