Gregotti e l’etica del progetto
Al Pac disegni autografi, modelli, fotografie e maquettes originali celebrano 60 anni di architettura sotto il segno dell’impegno sociale
Appuntamenti In margine alla mostra una serie di tour guidati al quartiere Bicocca e alcune conferenze
Progettista, docente universitario, saggista, direttore di riviste come «Casabella» e «Rassegna», firma delle pagine culturali del «Corriere». Milano celebra Vittorio Gregotti, uno dei padri nobili dell’architettura contemporanea, che ha appena varcato la soglia dei 90 anni (è nato a Novara nel 1927): fino all’11 febbraio è aperta al Pac la mostra «Il territorio dell’architettura. Gregotti e Associati 1953-2017», a cura di Guido Morpurgo.
Al maestro, che ha sempre lavorato e tenuto studio in città, l’onore di inaugurare una sequenza di rassegne annuali del Pac che illustreranno i protagonisti italiani del design e dell’architettura odierni: già in calendario per il 2018 l’omaggio a Enzo Mari, nel 2019 quello a Jacopo e Ignazio Gardella. Il titolo del percorso si rifà a quello, identico, del primo testo teorico di architettura pubblicato da Gregotti nel 1966. Un modo per sottolineare il rapporto tra pensiero critico e pratica progettuale/ costruttiva: l’architettura autentica è quella capace di riflettere su se stessa, di partire dal ragionamento sulla storia per edificare il presente. Lontano da sfoggi di tecnologia e di originalità ad ogni costo, lontano da condizionamenti speculativi e finanziari. Vicino invece a un senso etico del progetto, come strumento di realizzazione del bene comune e di trasformazione sociale: un impegno «integrale» che Gregotti e Associati ha applicato su tutte le scale, dall’architettura all’urbanistica, dal décor d’interni all’allestimento di mostre, dal design industriale alla grafica e all’editoria. Il percorso espositivo racconta questa storia, lunga più di 60 anni, attraverso un’ampia selezione di opere dal respiro geografico internazionale.
In mostra 60 disegni autografi, 40 modelli e maquettes originali, 700 riproduzioni e fotografie: materiali che provengono dai due istituti a cui l’architetto ha donato i suoi archivi, il gabinetto dei disegni del Centre Pompidou di Parigi e il CESVA di Milano. Si va dagli esordi ai giorni nostri, dai prestigiosi alunnati con Auguste Perret ed Ernesto Nathan Rogers fino alle recenti fondazioni urbanistiche ex novo, come quella della città di Pujiang in Cina. Lungo la strada, in ordine cronologico, le sperimentazioni con Meneghetti e Stoppino, l’allestimento della XIII Triennale di Milano, il discusso quartiere ZEN di Palermo, le università di Firenze e della Calabria, gli interventi a Berlino e a Lisbona, la riconversione della Bicocca, con il Teatro degli Arcimboldi e l’Headquarter Pirelli. A questo proposito da segnalare i tour guidati al recente quartiere milanese, in calendario il 20 e 27 gennaio e il 10 febbraio con partenza alle 10 del mattino da via Bicocca degli Arcimboldi 3. Come corollario alla mostra anche incontri e conferenze: tra gli altri, il 16 gennaio Vittorio Gregotti racconta in diretta la sua attività, mentre il 23 l’architetto Augusto Cognardi spiega il progetto di Pujiang, come far nascere una città da zero.