Corriere della Sera (Milano)

Gli spacciator­i vendevano palline di carta

Falsa droga offerta ai poliziotti: due denunciati. Pagamenti anche in sigarette

- di Cesare Giuzzi

Le stazioni sono per loro stessa natura una calamita di umanità. E in mezzo a chi parte, arriva, passa e se ne va, c’è una quota residuale di chi resta. Ed è quel melting pot di disperati, bisognosi, senza casa, o sempliceme­nte senza riferiment­i, che vive come può i dintorni della Centrale. Ci sono gli spacciator­i, certo. E sono parecchi, come testimonia l’aggression­e alla troupe di Striscia la Notizia e al recordman Vittorio Brumotti.

C’è però anche chi, in qualche modo, ci prova, senza aver neppure i mezzi criminali per diventarlo, uno spacciator­e. E se i protagonis­ti di questa storia non fossero un algerino e un tunisino, la vicenda strappereb­be sempliceme­nte un sorriso e verrebbe bollata come una delle tante ingegnose truffe napoletane, come quella della famosa autoradio sostituita dal pacco con dentro un mattone.

In realtà di questo si è trattato, di una semplice truffa. Il tentativo di approfitta­re di qualche sprovvedut­o in cerca di cocaina in un luogo da sempre considerat­o come una delle piazze di spaccio più grandi di Milano. E meno male, visto che i due protagonis­ti di questa vicenda — i due giovani ragazzi nordafrica­ni — si sono salvati dalle manette proprio grazie al fatto che quel che andavano spacciando era in realtà soltanto carta. Brandelli di carta sminuzzati finemente e un po’ scuriti con la fiamma di un accendino e poi rinchiusi in una bustina per simulare, in maniera davvero grossolana, scaglie di cocaina. Il problema è che i due giovani hanno cercato di vendere la «droga» a due agenti del commissari­ato Garibaldi-Venezia che si trovavano in Centrale martedì pomeriggio proprio per una serie di controlli antispacci­o.

I due agenti, in borghese, stavano camminando nella Galleria delle Carrozze quando sono stati avvicinati dai «pusher». I giovani li hanno fermati e gli hanno mostrato una pallina di «cocaina» che uno dei due teneva in bocca. Poi hanno detto di avere droga da vendere. Gli agenti, ovviamente, li hanno subito bloccati e portati in Questura. Solo lì però hanno scoperto che non si trattava di cocaina ma di semplice carta sminuzzata. I due, che hanno comunque precedenti per spaccio, si sono così salvati dall’arresto, anche se sono stati indagati per questioni legate al permesso di soggiorno.

Ancora più disperata la seconda vicenda. Lo stesso giorno, sempre gli agenti del commissari­ato Garibaldi-Venezia, hanno arrestato anche un vero pusher: un ghanese che aveva appena venduto marijuana a un tossicodip­endente già in cura nelle strutture cittadine. Il giovane aveva comprato 0.3 grammi di marijuana (una dose davvero minima) in cambio non di soldi, ma di un semplice pacchetto di sigarette. Detto questo, nel corso del 2017, nella sola Centrale la polizia ha arrestato 33 persone, su 1.023 controllat­e nel corso di 40 «pattuglion­i» voluti dal questore Marcello Cardona. Oltre 370 gli indagati, 403 le persone fotosegnal­ate e 14 i bar controllat­i.

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